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Vacche amiche (un'autobiografia non autorizzata)

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Titolo: <strong>Vacche amiche (un'autobiografia non autorizzata)</strong></br></br>
Autore: <strong>Aldo Busi</strong></br></br>
Editore: <strong>Marsilio</strong></br></br>
Pagine: <strong></strong></br></br>
Anno edizione: <strong>2015</strong></br></br>
EAN: <strong>9788831721684</strong></br></br>

<p>Chi altri avrebbe osato scrivere la sua "autobiografia non autorizzata", offrendola spericolatamente in pasto al mondo in una lingua affabulatoria, epigrammatica, sincopata, di un'eleganza senza pari e di un'oscenità scatenata e al contempo scanzonata? Aldo Busi compie qui un viaggio che riconduce al punto di partenza, secondo un percorso circolare nel quale nulla accade perché tutto è già accaduto e non resta che prendere atto della verità così come la scrittura la riconosce, la indaga e la costringe a uscire allo scoperto, attraverso lo smascheramento spietato dell'imperfetta menzogna coltivata per tutta una vita da personaggi della piccola, media e grande borghesia, ordinari incantatori che vorrebbero sottrarsi e restare misteriosi ma finiscono per venire centrifugati in questo potente caleidoscopio delle umane vanità, cui non sfugge nemmeno chi ne scrive per chiamarsene fuori. Ancora una volta lo scrittore ci coglie di sorpresa avventurandosi in zone fra le meno seriamente esplorate dei rapporti tra uomini e donne, come quella dell'omosessuale innamorato di alcune elette e dannate a non averlo e a non farsi avere, pena il perderlo e con lui perdere l'occasione politica e rivoluzionaria per eccellenza che manca alle donne, l'amore ad armi pari con un uomo: un'amicizia di disinteressata e leale passione. Testo drammatico senza averne né l'aria né gli artifici, a tratti insospettabilmente romantico fino alle lacrime, più spesso esilarante fino alla risata irrefrenabile...</p>
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Aldo Busi nel corso degli anni ha assunto rilievo pubblico esprimendo apertamente le sue posizioni su temi che ritiene particolarmente sensibili quali l'omofobia, il <br/>Istituzione del "Giorno della Memoria" in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti.
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Vai a capire per quale motivo Busi si compiace nell’affibbiare brutti titoli ai suoi (spesso) bei libri. Chi conosce l’opera del nostro non se ne preoccupa, ma chissà quante copie in più avrebbe venduto con titoli “normali”. Però Busi è Busi e va preso così, prendere o lasciare. Meglio prendere, però. Anche questa che non è una autobiografia in senso stretto piuttosto è una summa delle idee e convinzioni dell’autore. Mai banale, spesso irritante, a volte scrive delle vere e proprie enormità (che poi sono sciocchezze scritte bene penso alle pagine su Proust, anche se sono convinto che in realtà Busi pensi ben altro del vecchio Marcel), altre illumina il nostro tempo con lucidità. Alla fine, a sorpreso, ma non troppo, ne esce l’autoritratto di un severo moralista e di un conservatore vecchio stampo, nel senso migliore dei termini si conferma così che Busi è uno dei pochi italiani viventi degni di essere letti, perché dietro le sue parole ci sono pensiero, vita e sincerità, perché non recita la parte dell’intellettuale vanesio e cotonato e perché, scusate se è poco, scrive in un italiano meraviglioso, che esce dritto dritto dal miglior novecento patrio. Non è importante condividere tutto ciò che Busi sostiene d’altra parte immagino si preoccuperebbe lui per primo se incontrasse l’unanimità dei consensi attorno alle sue convinzioni. Separate, se ci riuscite, il contenuto dalla forma e avrete un autentico godimento estetico. Se non ci riuscite avrete comunque speso qualche ora in compagnia di una forma di intelligenza non comune il che male non fa.

Non vedo perché dovrei parlare e per giunta bene dell’ultima belinata che dio avrebbe scritto in appendice ai dieci comandamenti, quando posso invece parlare delle Vacche amiche di Aldo Busi, magari facendo pure una puntatina a Davos, senza però la compagnia di una tisica per amico. Non un romanzo, ma un manuale di sopravvivenza in forma di romanzo, senza gli utili consigli di inutili mozzi e di capitani di ventura mozzati e marinati: geniale.

Il ritorno di uno scrittore come Aldo Busi è sempre cosa gradita in mezzo alla tanta letteratura di consumo. Lo stile, il ritmo e la musicalità, della prosa di Busi, riescono a trascinare anche nei periodi sintatticamente più complessi, ma sempre esempio della padronanza della lingua italiana in tutte le sue sfumature. Questo libro, insieme ai suoi ultimi, sembra portare Busi verso una inaspettata “moderazione

Il punto gì della letteratura Aldo Busi lo tocca alla lettera d) e nei susseguenti punti 1 e 2 quando in Vacche amiche (un’autobiografia non autorizzata) elenca gli argomenti di conversazione possibili con la persona con cui è più improbabile riuscire a imbastire un viaggio: ‘un amico nel momento del superfluo’, col quale spostarsi da Punta Cana a Valguarnera Caropene passando per Bolgheri e Leuven e per le rovine di Belchite, in quella che a prima vista potrebbe sembrare una crisi acuta di dromomania ma che a saperla guardare meglio, di sghimbescio magari, non è che il tentativo della felicità se la felicità è ‘qualcosa che intanto si muoveva da dov’era’, e che quindi non si pianta in un sanatorio o in casa sua affezionandosi al suo male come un Hans Castorp né al centro della strada, minacciando di bloccare a te la tua, come una vacca di nome e di fatto o che si è fatta da sé una nomea così. L’italiano di Busi riesce a far stare pacificamente accanto uno Stricher e una becchera di paese e una madeleine presa al Tea For Two e la torta di greppole col rosmarino di campagna, la fiammella di un bricchetto e una stampante 3D la democrazia lessicale è orizzontale, anzi ‘meglio ancora se diagonale’. Con i lettori del suo romanzo l’Aldo Busi inventato dallo scrittore Aldo Busi parla di etica civile e di estetica e della politica che non c’è e della religione che c’è fin troppo e di geopolitica e dunque, dunque??, di sessualità e della libertà da raggiungere di poterla sia dire che vivere, e di parecchi altri più e meno: neanche fossero i lettori gli ‘amici più grandi e sinceri e longevi: quelli che non avrebbe mai conosciuto’ di cui si parla nel romanzo, gli ideali compagni di viaggio.Una morale? Eccola: per la cernysevskijana domanda delle domande una risposta pronta adesso c’è: “Che fare?” “Una valigia e via!”. E per esser sicuri di viaggiare leggeri è bene non dimenticare di metterci dentro un’opera di Busi quella omnia.