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Tutti i vivi all'assalto

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Titolo: <strong>Tutti i vivi all'assalto</strong></br></br>
Autore: <strong>Alfio Caruso</strong></br></br>
Editore: <strong>TEA</strong></br></br>
Pagine: <strong></strong></br></br>
Anno edizione: <strong>2012</strong></br></br>
EAN: <strong>9788850228546</strong></br></br>

<p>Nel luglio 1942 l'Armata italiana in Russia contava circa 230.000 uomini, più veicoli, carri, materiali vari e animali. Per il trasporto furono necessari duecento convogli ferroviari. In seguito all'offensiva sovietica del dicembre di quell'anno, cominciò una disastrosa ritirata che continuò per centinaia di chilometri nella sterminata pianura russa: ogni giorno duri combattimenti falciarono migliaia di soldati. Il resto, e fu il più, lo fece il gelo. Male armati, peggio equipaggiati, in condizioni disumane, 70.000 vennero fatti prigionieri: la maggior parte morì di stenti nei campi di prigionia.</p>
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Un racconto crudo sulla bruttezza della guerra, o qualcuno pensa ancora che ci sia bellezza nella guerra? Certo meglio non giudicare, si faceva buon viso a cattivo gioco per non incorrere in guai col regime. La rabbia e l’umiliazione accumulate si rifaranno con l’uccisione e lo scempio del cadavere del principale responsabile di tutto cio’. Lo stile di Caruso va preso per quello che e’, lo scorrere incessante di una mole enorme di nomi e dati, che a taluni puo’ non piacere e talvolta apparire retorico, ma che nel complesso esprime bene la realta’ e il senso di quei giorni.

Bellissimo libro, Caruso ha l’indiscutibile capacità di appassionare e coinvolgere il lettore come se fosse stato anch’esso presente in quei giorni e conoscesse tutti i soldati che cita.

Dopo un interessante primo capitolo, mi sono trascinato con grande fatica nella lettura fino al quarto capitolo, cioè fino a pag.112. Non credo che riuscirò a proseguire oltre, ad arrivare fino alla fine a pag.359, a leggere altre pagine per giunta scritte “fitte come i coriandoli”. Cercavo un libro che spiegasse in maniera esaustiva la tragica avventura dell’Armir nella Campagna di Russia, purtroppo mi sono imbattuto in un libro che finora si è dilungato in massima parte in una sorta di pedante radiocronaca di una feroce e sanguinosa battaglia. Purtroppo, non era quello che cercavo. Non me ne voglia nessuno, in particolare i sopravissuti e parenti di quegli splendidi soldati italiani. Il libro sicuramente sarà valido per tanti altri aspetti, tuttavia bisogna essere amanti del particolare fine a se stesso perché possa riuscire digesto.

Approssimativo e poco tecnico… un esempio? i carri tedeschi li chiama indiscriminatamente “TIGRE” … che stando ai fatti non erano certo shierati lì! …si lascia prender troppo la mano, e nelle descrizioni ci mette un po’ troppo del suo! Nei pro bisogna però dire che offre una visione più amplia dell’evento rispetto a Bedeschi e Rigoni Stern (gli insuperabili classici del genere).

E’ un gran bel libro, capace di trasmettere emozioni forti, a partire dal titolo. Certo, manca dell’esperienza “in presa diretta” di altri classici sul tema e come tutti i libri/reportage basati sui racconti dei protagonisti a volte è un po’ stucchevole e ripetitivo. Ma se volete dei bei romanzi sulla guerra in Russia leggetevi Sven Hassell.