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Tra le due rive

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Titolo: <strong>Tra le due rive</strong></br></br>
Autore: <strong>Irma Kurti</strong></br></br>
Editore: <strong>Kimerik</strong></br></br>
Pagine: <strong></strong></br></br>
Anno edizione: <strong>2011</strong></br></br>
EAN: <strong>9788860966254</strong></br></br>

<p>Albania e Italia, "le due rive": in esse vivono i ricordi dell'autrice, la cui anima è perennemente divisa tra la voglia di partire, il desiderio di lasciare il proprio paese e la nostalgia struggente, il malinconico tormento di tornare a casa. Un canto di dolore, un urlo straziante, un pianto soffocato che si stempera nei ghiacci del silenzio, un inno d'amore alla persona più cara un flusso ininterrotto di avvenimenti, sentimenti, emozioni, sogni infranti che si mescola nei ricordi d'una vita, che cerca dentro di sé le ragioni della propria sopravvivenza e insieme ripete all'infinito la sua disperazione.</p>
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Senza dilungarmi troppo dirò che a me è piaciuto il libro Tra le due rive e questo potrebbe anche bastare perché è proprio- stringi stringi- la cosa essenziale, però, mi posso anche dilungare per altre dieci o più righe cercando di spiegare ciò che forse non si può spiegare, ossia il piacere della lettura… (Posso darti del tu?) Il quadro di Frida Kahlo Self Portrait on the Border Between Mexico and the USA-1932 potrebbe benissimo stare sulla copertina del tuo libro e ti dirò perché. Credo di aver capito che spesso, sia che tu ti trovi qui in Italia o in Albania sei sempre nell’Adriatico, in pratica non sei ne qui ne là, sei sempre in viaggio, in bilico, o sul confine come lo era Frida, il confine che separava il suo Messico, la terra dove era nata e cresciuta, la terra della sua balia e della sua famiglia e gli Stati Uniti, la terra della sua nuova vita da donna sposata. Mi è piaciuto molto la struttura che ne hai dato e cioè, il fatto che non sia strutturato, che non abbia una struttura. La tua scelta secondo me si è rivelata molto vincente ed efficace perché se bisogna scrivere i propri ricordi è bene seguire la forma che prende la nostra memoria che non è un catalogo cronologico del genere nel 1970-poi 1971-poi 1976 eccetera, no, ma segue delle sue leggi proprie che vanno un po’ a caso, procede con quelle che Freud chiama le libere associazioni di idee. Il modo in cui hai scritto, in cui scrivi, il tuo stile -voglio dire- è un bel connubio tra un lirismo poetico ed un certo pragmatismo e brevità che forse l’urgenza di raccogliere i tuoi pensieri e anche una certa impossibilità a dire tutto ti hanno aiutata a costruire. Comunicare agli altri ciò che realmente è o è stato, anche a costo di risultare antipatici, perché quando si dice tutta la verità e nient’altro che la verità è dura, è sano e credo che ci renda un po’, solo un pochino più felici. Quando riusciamo a farlo, a essere sinceri, siamo veramente molto coraggiosi e tu, credo che lo sei stata.

questo libro mi è piaciuto molto anche se mi ha trasmesso una grande tristezza e amgoscia visto il tema che tratta: la morte della mamma dell’autrice. Mi ha causato questo senso di angoscia perchè riesce a descrivere in modo molto realistico le sensazioni che prova una figlia rimanendo senza la figura della tanto amata mamma non passa giorno della vita di Irma senza che lei non pensi alla madre e al vuoto che si è creato dentro di lei.Spero che prima o poi Irma riuscirà a elaborare questo gravissimo lutto e a vivere una vita più “leggera”. Belle anche le descrizioni della sua vita in Albania prima di arrivare in Italia e le sue contrastanti emozioni nel lasciare il suo paese natale.