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Terra rossa e pioggia scrosciante

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Titolo: <strong>Terra rossa e pioggia scrosciante</strong></br></br>
Autore: <strong>Vikram Chandra</strong></br></br>
Editore: <strong>Instar Libri</strong></br></br>
Pagine: <strong></strong></br></br>
Anno edizione: <strong>1998</strong></br></br>
EAN: <strong>9788846100207</strong></br></br>

<p>Parasher, spirito intrappolato nel corpo ferito a morte di una scimmia, riemerge dalle fantasmagoriche regioni dell'incoscienza per raccontare, seduto a una macchina da scrivere, la sua storia. Questo è il contratto stipulato con Yama, Signore della Morte, venuto a fargli nuovamente visita. La sua unica via di salvezza è tenere avvinti gli ascoltatori per almeno due ore al giorno. Hanuman, migliore tra le scimmie e patrono dei poeti, gli offre la protezione e suggerisce un piccolo stratagemma: il patto non precisa chi debba essere il narratore, così nel ruolo di Shahrazad gli si potrà alternare Abhay, il ragazzo che lo ha ferito.</p>
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Bellismo libro! Come al solito Chandra non delude e ti trascina in mondi fantastici, surreali, emozionanti. Mi permetto di trascrivere un pezzo del retro di copertina che spiega bene a cosa si va incontro leggendo il libro: “affresco epico che, in un tripudio affabulatorio degno del Mahabharata e delle Mille e una notte, fonde e confonde secoli, continenti e tradizioni, celebra “animali e alberi e feste e numi e filosofie e libri e guerre e amori” [..] La ricerca d’identità di un Paese sospeso tra un invadente passato e il disorientante confronto con la civiltà occidentale che si fa eco e metafora della vicenda di ogni uomo in perenne inseguimento di sé stesso.”

semplicemente fantastico! ingloba storia, leggenda, passato e presente con una narrazione deliziosa.

incantevole e ammaliante…i racconti di Chandra si vorrebbero ascoltare all’infinito. Terminato il libro i suoi personaggi ti mancano e, al contempo, non riesci a liberartene tanto si sono insinuati. Restituisce un’India plausibile, varia e soprattutto inaspettata. Alla larga chi è a caccia di sogni esotici, necessariamente eurocentrici.

Peccato. Una edizione in formato estremamente goloso, che tuttavia non pare avere grande sapore. Storia eccessivamente lunga, a tratti incomprensibile, non riesce a perpetrare il mito delle 1001 notte, come invece vorrebbe. La narrazione è poco convincente, e di indiano ha spesso solo termini che compaiono qua e là, senza soluzione di continuità in relazione alla struttura narrativa. Inoltre: qualcuno avvisi i traduttori italiani che il sé, davanti a “stesso