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Storia di una capinera

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Titolo: <strong>Storia di una capinera</strong></br></br>
Autore: <strong>Giovanni Verga</strong></br></br>
Editore: <strong>BUR Biblioteca Univ. Rizzoli</strong></br></br>
Pagine: <strong></strong></br></br>
Anno edizione: <strong>2004</strong></br></br>
EAN: <strong>9788817002202</strong></br></br>

<p>In un romanzo epistolare, la tragica vicenda di Maria, una povera giovane costretta dalla matrigna a farsi monaca e a essere rinchiusa in un convento dove si spegnerà per mancanza di amore e di libertà. Un romanzo in cui si intrecciano l'idillio agreste e la negazione della vita, la speranza e la disperazione, il desiderio di vivere e l'ineluttabilità della morte. Il più significativo romanzo di Giovanni Verga prima dei suoi due capolavori assoluti: "I Malavoglia" e "Mastro don Gesualdo".</p>
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“Storia di un capinera” e’ un testo molto semplice, lineare, adatto ad un pubblico ampio. Premetto che non amo particolarmente le storie d’amore, ma devo dire che questa lettura e’ stata abbastanza piacevole ed interessante anche se, soprattutto nella parte finale, risulta “ridondante

L’inizio mi è piaciuto, mi trasmetteva proprio la solarità, la gioia e la voglia di vivere della protagonista. Bellissime le descrizioni della campagna e della vita spensierata di quei tempi. Poi diventa di una drammaticità inconsolabile, triste, struggente. Un po’ ripetitiva l’ultima parte, diventa pesante e, dopo un po’, insostenibile.

sublime! non è il mio genere, è troppo triste! la morte, l’amore, le rinunce…ma è scritto troppo bene!

Molto più che un’ispirazione, definirei una grande partecipazione, quella di Giuseppe Verga, alla piccola grande vicenda che palpita tra le pagine di Storia di una capinera. Una storia raccontata con un epistolario a senso unico, eppure completissimo: tecnica in cui solo grandi scrittori possono riuscire e che forse solo la narrazione di un forte dolore può permettere (tra i contemporanei ricordo Federico Ronconi). La capinera è la giovane Maria, vittima innocente, destinata al monastero di clausura dove morirà pazza, ma dove lascia un pezzetto di sé anche il lettore. O almeno io, e poiché non è la prima volta che mi compenetro in situazioni e ambientazioni conventuali, mi chiedo se non sia il caso di pormi qualche domanda

“Storia di una capinera” è un dramma che non può lasciare indifferenti. Maria, giovane donna nemmeno ventenne, costretta ad entrare in convento a soli sette anni per via della prematura morte della madre, trascorre alcuni mesi nella casa di campagna della sua famiglia a causa del colera. Ed è lì, nel luogo ameno chiamato Monte Ilice, che incontra Nino (Antonio), figlio dei vicini di casa, anch’essi rifugiatisi nella natura per scampare alla morte. I due si amano profondamente ma l’amore non può compiersi… Verga spesso cade in pedanti descrizioni melodrammatiche tipicamente Romantiche ma nel complesso reputo quest’opera notevole perché proviene da un’anima viva, sensibile, capace di trasmettere dolore, pena, amore, dolcezza, pudicizia. Un’anima, quella di Verga, in grado di entrare nel profondo degli spiriti carpendone la grande varietà di emozioni. Darei un 10 soltanto per l’abilità nelle descrizioni psicologiche, senza nulla togliere ai paesaggi disegnati dall’abile mano del Maestro che oscilla tra l’Impressionismo e il Preraffaellismo (una sorta di Bucolicum Carmen Ottocentesco, a tratti retorico). Un libro che non consiglio a tutti ma solo a coloro che credono ancora nella forza del Sentimento.