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Soldati e spie

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Titolo: <strong>Soldati e spie</strong></br></br>
Autore: <strong>Gino Nebiolo</strong></br></br>
Editore: <strong>Cairo Publishing</strong></br></br>
Pagine: <strong></strong></br></br>
Anno edizione: <strong>2011</strong></br></br>
EAN: <strong>9788860523587</strong></br></br>

<p>1940: de Gaulle in esilio a Londra è diventato comandante in capo della Francia che combatte l'occupazione tedesca, ma i rapporti col suo "padrone di casa" Winston Churchill sono, a dir poco, complicati. Il General non si capacita che gli Alleati - Roosevelt in testa - esitino a riconoscere la legittimità del suo governo, lui che avrebbe diritto di partecipare alle decisioni strategiche, lui che vorrà sedere al tavolo dei vincitori quando si faranno le sorti della nuova Europa. E quando arriva quel momento, a guerra finita, de Gaulle matura il progetto di una sostanziosa correzione del confine orientale francese, con un'operazione militare articolata che ha come fine l'invasione di ampie zone di Valle d'Aosta, Piemonte e Liguria. Ferve, in contemporanea, l'attività di spie alle sue dipendenze che devono preparare il terreno all'annessione. Per alcuni mesi è il caos: l'Italia è in ginocchio, gli Alleati intimano alla Francia il ritiro immediato, il General minaccia Torino e finanzia comitati di propaganda filoannessionisti... Rigorosamente documentato (l'autore ha potuto accedere alle carte degli Archives Nationales di Parigi) e appassionatamente polemico, "Soldati e spie" racconta un episodio poco conosciuto di uno dei momenti più travagliati del XX secolo, in cui viene data voce ai suoi protagonisti con l'immediatezza propria del romanzo.</p>
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Si stima che 250.000 bambini siano coinvolti in conflitti in tutto il mondo. Sono usati come combattenti, messaggeri, <strong>spie</strong>, facchini, cuochi, e le ragazze, in <br/>I guerriglieri di Quantrill, <strong>soldati</strong> e assassini. A cura di Renato Panizza. Un raid dei guerriglieri di Quantrill Ancora oggi nello Stato del Missouri molti <br/>La battaglia di Adua, momento culminante e decisivo della guerra di Abissinia, si combatté il 1º marzo 1896 nei dintorni della città etiope di Adua tra le forze <br/>Biografia e filmografia di Steven Spielberg. Tutti i premi vinti, le foto, trailer, news e gossip legati al personaggio.<br/>Germania nazista e Terzo Reich (in tedesco: Drittes Reich) sono le definizioni con cui comunemente ci si riferisce alla Germania tra il 1933 e il 1945, quando si <br/>Medio Oriente. Siria, il video degli orrori jihadisti: la fucilazione di 200 <strong>soldati</strong><br/>La battaglia di Stalingrado marcò il punto di svolta della guerra a oriente durante il secondo conflitto mondiale. Infatti, dopo Stalingrado, l’iniziativa militare <br/>Il termine "barbaro" sarebbe poi passato alla lingua latina, designando tutti i popoli non romani e considerati ugualmente inferiori, nelle leggi, nei costumi, nell <br/>la prima guerra mondiale dai bollettini ufficiali. 1915. maggio 1915 - primo mese di guerra - le gravi carenze. le condizioni dell' esercito italiano allo scoppio del 
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Questo splendido libro, custode e rivelatore di notizie storiche che non avevo mai sentito prima (eppure sono un appassionato di storia del ‘900) chiarisce una volta per tutte quanto stupidi siano i riferimenti a “cuginismi” bastardi (nel senso di razza) d’oltralpe. Noi siamo Italiani e loro sono Francesi. Punto. Se no siamo cugini anche degli Austriaci, vista la commistione di terre e genti nel Sudtirol-Altoadige. Eppure non mi pare che nessuno abbia mai fatto riferimenti in merito, e sì che gli Austriaci sono un vero Popolo, non come i francesi, che sprizzano livore ed odio ad ogni piè sospinto. I Francesi ci sono parenti per il fatto che ci hanno sempre invaso e comandato, trattati come servi e tentato di tenere divisi e deboli. In pratica loro ci sono “cugini” tanto quanto è madre una donna che partorisce un bambino e lo uccide. Questo è un libro che andrebbe fatto leggere alle scuole medie e superiori, per una critica coscienza storica dei ragazzi e delle ragazze, finalmente obiettiva e più completa.

Una interessante pagina di storia purtroppo dimenticata, anzi, forse, da sempre sconosciuta ai più. Di questi tempi è un libro da leggere alla luce delle pesanti aspirazioni che la Francia ha sull’ Italia non più sotto il profilo territoriale ma economico. Parmalat, Alitalia, Edison sono gli equivalenti attuali di Valdaosta, Briga, Tenda del dopoguerra. La Francia ha sempre mirato a sottomettere l’ Italia e con la scusa dell’ Unione Europea, del libero mercato vi sta riuscendo senza nessuna resistenza della nostra svenduta, inerte ed indifferente classe politica. D’altra parte non dimentichiamo l’ estrema difficoltà delle imprese italiane nel penetrare il mercato francese sia sotto il profilo commerciale che delle acquisizioni (ENEL dovette rinunciare qualche anno fa a Suez per l’ opposizione del governo francese, Parmalat, Fiat ferroviaria, BNL invece sono state vendute ai francesi senza alcuna resistenza dei nostri governanti… e presto toccherà ad Alitalia). Da leggere per meditare sui perfidi “cugini d’ oltralpe” e sul nostro rischio di diventare colonia francese.

Veramente interessante. Nonostante mi piaccia molto la storia, segua con passione le vicende del Novecento non avevo mai sentito nulla delle pressioni di De Gaulle per ottenere tutte quelle terre italiane. A scuola si impara che abbiamo dato alla Francia Briga e Tenda a titolo di risarcimento, ma non una riga sulla volontà francese di annettere una buona parte del Piemonte e della Valle d’Aosta. Nebiolo ha potuto consultare diverse carte “segrete” e ne ha tratto un libro che si legge anche come romanzo. Ben fatto. Certo che ricordo De Gaulle come una grane e emerita testa di c…., mi ricordo (avevo ormai una decina di anni) quando si oppose prima all’ingresso della Gran Bretagna nel Mercato Comune Europeo e poi quando sbattè fuori qualche anno dopo dalla Francia la Nato e gli americani. Del resto se litigava con loro anche quando aveva le pezze sul sedere e dipendeva escusivamente da loro, quando era diventato indipendente non si poteva aspettarsi altro. Siparietto finale: l’incontro al traforo del Monte Bianco con il Presidente Saragat: era il primo ambasciatore italiano a Parigi dopo la guerra e De Gaulle per fargli dispetto voleva trasferire l’ambasciata italiana in un albergo, requisendo l’edificio dove da sempre risiedeva il nostro ambasciatore. Saragat non fece niente, se non minacciare di requisire Palazzo Farnese a Roma. Se penso al nostro attuale presidente del consiglio di fronte a Sarkozy, mi vien da piangere.