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Scarabeo

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Titolo: <strong>Scarabeo</strong></br></br>
Autore: <strong>Michele Giuttari</strong></br></br>
Editore: <strong>BUR Biblioteca Univ. Rizzoli</strong></br></br>
Pagine: <strong></strong></br></br>
Anno edizione: <strong>2005</strong></br></br>
EAN: <strong>9788817005470</strong></br></br>

<p>Una Firenze indifferente e crudele che nasconde il segreto di atroci violenze il capo della Mobile, Michele Ferrara, perseguitato da misteriose lettere minatorie un giovane sacerdote e un giovane giornalista americano che, oltre alla bellezza, hanno qualcosa in comune due giovani donne legate da un'amicizia morbosa una catena di delitti efferati apparentemente opera di un maniaco cadaveri sulle cui carni il coltello del killer ha disegnato alcune lettere dell'alfabeto che formano un messaggio di morte un'abbazia sperduta nei boschi del Casentino dove l'enigma troverà la sua tragica soluzione... Un thriller crudo, violento, la prima opera narrativa di Michele Giuttari che dal 1995 al maggio del 2003 è stato capo della Squadra Mobile di Firenze.</p>
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Lo definirei un libro avvincente che si puo’ leggere tranquillamente tutto di un fiato. Ben scritto ma dal finale scontato e dopo poche pagine gia’ si capisce chi e’ l’assassino. Sinceramente mi aspettavo di piu’.I dialoghi in fiorentino sinceramente li avrei evitati sono inverosimili e fanno decisamente scendere di livello il libro. C’e’ una fase poco scorrevole circa alla meta’ del libro ma poi riprende subito il ritmo avvincente. Intrigante ma con Faletti non regge il confronto.

Mi è piaciuto molto, è il secondo libro di Giuttari che ho letto dopo “il mostro” seguito da “La loggia degli innocenti” e in corso “Basilisco”. Non mi aspettavo molto dopo aver letto le recensioni ma devo dire che invece mi ha appassionato da subito e forse anche più del secondo della trilogia. E’ avvincente con molti spunti per comprendere la storia del mostro di Firenze e affini, almeno così mi è parso soprattutto procedendo col secondo libro “la loggia degli innocenti”. A mio parere è meglio leggere in fila i suoi libri perché come già qualcuno ha detto i personaggi son sempre gli stessi e nonostante non sia necessario, risulta più comprensibile il filo poiché ogni storia è a sé ma ha comunque una sorta di genesi dalla precedente. A mio parere ben scritto, avvincente e più realistico di quanto si possa pensare. Belli i personaggi, le descrizioni ambientali, la storia e la narrazione.

Mamma mia. Tanto l’ho stimato nel “Mostro” sia come scrittore sia come investigatore tanto mi sono imbarazzata per lui qui. Primo suo romanzo che leggo, mi auguro vivamente cambi registro nei successivi! Assassino scontato, inverosimile e stereotipato (perchè nascondersi sotto il nome di un famoso giornalista??), l’omosessualità trattata alla stregua di una malattia o di una depravazione, troppi comprimari non ben caratterizzati, storia esile esile… mi mancano una cinquantina di pagine per finirlo solo per sapere cosa mai è venuto in mente all’assassino di sfregiare i cadaveri per sfidarlo…. Eccessivi i riferimenti autobiografici. Capisco lo abbia scritto nell’anno forzato di riposo durante le indagini del Mostro ma il troppo stroppia. 25 per la fiducia.

Non sono in genre tipo da giudizi troppo netti, ma in questo caso è davvero inevitabile. Mi chiedo come la Rizzoli abbia potuto pubblicare qualcosa di simile. Il fatto grave non è tanto che sia sciatto e mal scritto come molti altri libri che ci sono in giro, quello che mi ha sconvolto è il contenuto. I riferimenti pseudo-culturali sono quasi sempre inesatti e degni del peggiore Dan Brown, i dialoghi in fiorentino inverosimili (lasciatevelo dire da un toscano) la caratterizzazione psicologica dei personaggi davvero involontariamente ridicola e grottesca. Infine il tema dell’omesessualità trattato con caciarona superficialità, tanto da divenire razzista. Tesi come quella di chi fa l’uomo e chi la donna in una coppia gay sono perle che neppure il più becero razzismo da strada cita più, trovarle in un libro è davvero sconvolgente. Mia nonna era molto più moderna di questo Giuttari. Ma quello che proprio non capisco è come una casa editrice abbia fatto passare dialoghi e personaggi di tale sciatteria. E’ proprio vero che se hai il nome giusto ti pubblicano qualsiasi cosa, non vedo altra spiegazione. Vergognoso.

Che fatica trovare un buon giallo made Italy. E dire che parto sembre con mille buoni propositi, spendendo un patrimonio in libri che poi, inevitabilmente, detesto. Scarabeo è uno di questi. Ma come è possibile pubblicare roba di questo genere? Trama piatta, personaggi scontati e assassino rivelato già dopo poche pagine. L’autore dovrebbe imparare ad avere più rispetto dei suoi potenziali lettori: non saremo dei poliziotti, ma anche noi abbiamo un minimo di intelligenza e deduzione.