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Say goodbye. Avere vent'anni a New York negli anni Settanta

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Titolo: <strong>Say goodbye. Avere vent'anni a New York negli anni Settanta</strong></br></br>
Autore: <strong>Delfina Rattazzi</strong></br></br>
Editore: <strong>Cairo Publishing</strong></br></br>
Pagine: <strong></strong></br></br>
Anno edizione: <strong>2006</strong></br></br>
EAN: <strong>9788860520036</strong></br></br>

<p>A Manhattan negli anni Settanta si intrecciano con arditi accostamenti i fili di letteratura e politica, arte, musica, cinema, architettura e giornalismo. Tutti sembrano dotati di un talento spiazzante e tutti incrociano la strada di quella giovane italiana che non sembra stancarsi di correre: da Norman Mailer a Truman Capore, da Jackie Onassis a Mick Jagger, da Andy Warhol a Lou Reed, Philip Johnson, Warren Beatty e Jack Nicholson. Questo libro è il racconto di una città in un lungo momenro di grazia e della sua inesauribile capacità di trasgressione. È il ritratto, affettuoso ma anche amaro, di una comunità di persone diverse per età, origini e interessi che si divertivano, litigavano e amavano con la stessa indomabile energia.</p>
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Etimologia del termine. La parola italiana libro deriva dal latino liber. Il vocabolo originariamente significava anche "corteccia", ma visto che era un materiale <br/>E Street Band è il nome con cui è conosciuta la band di supporto del cantante rock Bruce Springsteen. La prima formazione stabile del gruppo risale al 1972, al <br/>I Sonic Youth (i chitarristi e cantanti Thurston Moore e Lee Ranaldo, il batterista Steve Shelley e la cantante e bassista Kim Gordon) sono stati la band che più di 
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veramente bello

Prime due pagine perplesse, poi l’immersione nella storia e’ totale. Mi ha ricordato perche’ scrivo. Libro da leggere per capire e capirsi.

cara sara, forse non sai che un libro non deve per forza essere inquadrato in una categoria: lo stile va oltre e basta. peraltro in questo caso trasmette perfettamente le sensazioni di allora, i vent’anni vengono per tutti (o quasi) e i propri sono i migliori (io ne ho 24) e non possono essere descritti come un manuale ma al limite trasmessi un po così. Intelligente è l’aggettivo che l’autrice utilizza di più x descrivere le persone incontrate. non è un caso. non è tantomeno ingenuità. a volte mi passa x la mente il pensiero veloce come un lampo che possa essere il cinguettio debole di una generazione qualsiasi e poi capisco che della fragilità ce se ne sbatteva capisco che questa è la loro forza e la loro autenticità. mi ha fatto bene leggere questo libro, soprattutto in questi tempi opprimenti che non sono neanche da distruggere per ricrearli perchè anche quello lo stanno facendo in automatico.

molto bello il modo di scrivere, la terminologia, le descrizioni delle situazioni, ma non ha storia, ossia non è un romanzo, non è una biografia, non è un’autobiografia, l’autrice parla di altri che entravano in collisione con lei durante un periodo della sua vita trascorso a new york, di sè dice poco e nulla, pensavo parlasse del suo modo di vivere new york in quel periodo, così invece sembra solo un po’ pettegola e gossippara col senno di poi