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Ristorantopoli. Come difendersi dai ristoranti

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Titolo: <strong>Ristorantopoli. Come difendersi dai ristoranti</strong></br></br>
Autore: <strong>Mauro Zucconi</strong></br></br>
Editore: <strong>Liberamente</strong></br></br>
Pagine: <strong></strong></br></br>
Anno edizione: <strong>2009</strong></br></br>
EAN: <strong>9788863110852</strong></br></br>

<p>Tutti i "segreti dello chef" che non avreste mai voluto sapere per non guastarvi la cena. Ma che forse è meglio conoscere. I diritti e i doveri del cliente, la fenomenologia dei camerieri, gli alcolici e gli aperitivi, le tecniche di conversazione, la cena romantica e quella afrodisiaca, i pranzi di gruppo e quelli in perfetta solitudine, quelli fra coppie che non parlano e quelli fra coppie che litigano, le disavventure al ristorante cinese e nei fast food, la fenomenologia dei ristoranti sempre vuoti e quella dei ristoranti frequentati da Vip. E per concludere, il ritratto del ristorante ideale. Insomma, la prima anti-guida gastronomica da portare sempre con sé quando si va per ristoranti.</p>
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Una (troppo) lunga sequenza di spiritosaggini, senza capo nè coda. E che soprattutto non svela nulla di quello che invece promette di svelare (segreti dello chef? nessuno. i retroscena delle guide gastonomiche? nemmeno l’ombra). Non nego che qualcuno potrà trovarlo divertente. Ma quel qualcuno non sono io.

questo libro contiene ottimi consigli sui ristoranti più alla moda, svela le arti misteriosi dei grandi chef e mette in evidenza i peccati nascosti dei ristoranti che si credono grandi. insomma, la prima vera guida-manuale per chi non vuole sbagliare mai una cena. inoltre, aprendolo alla rovescia, ci si accorge che le pagine profumano di filettino di vitello bardato con guanciale, crocchette di semolino dolce e aceto balsamico tradizionale di modena. la qual cosa non guasta. consiglio sicuramente l’acquisto a tutti coloro che cercano non UNA guida, ma LA guida. per quelli che invece si aspettano il solito chinaski, mi spiace per loro, rimarranno delusi.

Ristorantopoli è un bellissimo libro, sia perché è scritto da Chinaski e Chinaski renderebbe bellissimo anche l’elenco telefonico di Garlasco, sia perché dice tutte quelle cose che ciascuno di noi pensa e che si vergogna di dire (e si vergogna pure di pensare), come non sapere che voce usare per prenotare un tavolo. E poi è bello perché Chinaski racconta le cose in maniera puntualmente originale e creativa, e attira l’interesse anche parlando di ristoranti. Anche se poi, invece che di ristoranti, parla di nevrosi, e questo gli riesce alla grande.

a tratti esilarante, a tratti utile, a tratti interessante, a tratti noioso. alla fine soldi ben spesi

Volete conoscere i segreti dello chef? non ci sono, volete sapere i retroscena delle guide? non ci sono, vi aspettate una specie di “controguida” ai ristoranti d’Italia? ebbene questo libro non lo è. Di cosa si tratta, allora? Di un libretto che vorrebbe essere comico (qualche battuta buona c’è) sui vizi e le virtù degli italiani al ristorante sia come clienti che come venditori una cosa quasi patetica, una sfilza di luoghi comuni. Un libro che non vale il prezzo della carta su cui è stampato. E’ soltanto la mia opinione comunque.