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Ho ritrovato sentimenti e descrizioni che mi avevano ammaliato in Amy e Isabelle, e anche la capacità di risorgere dagli abissi, grazie all’aiuto e alla solidarietà degli amici. Sempre suggestive le atmosfere dei luoghi freddi e solitari del Nord Est degli USA, già cornice di altri bellissimi romanzi.
Splendida Strout!!! Finito (ma una lettura non è mai davvero “terminata” quando ci coinvolge intimamente) questo splendido e profondo libro della Strout. Opera più matura di Amy & Isabelle. Forse più completa anche in quelle tematiche a volte simili (pettegolezzi e moralismi della provincia americana anni 50⁄60). Un romanzo che parla di umanità, pietas e Amore cristiano (dove ricevere conta quanto dare). Una storia che commuove attraverso la capacità di un uomo (un padre) di commuoversi dopo una vita intera passata a reprimere la propria “fragilità” di essere umano. Un libro da leggere d’un fiato, rileggere con calma, regalare e rileggere ancora e ancora.
Un romanzo ben scritto da Elizabeth Strout, che ha saputo mettere ben in evidenza la progressiva disaffezione degli abitanti di una cittadina del Maine verso il proprio pastore Tyler Caskey , caduto in una crisi profonda dopo la morte della bellissima moglie. I pettegolezzi, le insinuazioni e le meschinità di una piccola comunità trovano terreno fertile nella debolezza in cui si trova Tyler Caskey, che dovrà ritrovare la forza (La sensazione)per riuscire a riacquisire quello che sembrava ormai perso.
Il difficile apprendimento della pietà, verso se stessi e verso gli altri, da parte della comunità e da parte del protagonista, il pastore Tyler. Quale può essere il punto di svolta, che innesca il cambiamento, in animi che fino a quel momento - con qualche eccezione - si erano manifestati piuttosto gretti? L’esporsi nella propria debolezza, come fa Tyler, sollecitando la pietà anziché l’ammirazione, sembrerebbe. Tuttavia, mi rimane qualche dubbio sul realizzarsi “epifanico” di questa trasformazione, a lungo incubata ed esplosa all’improvviso, trasformazione che ricorre quasi con le stesse modalità anche nell’altro romanzo “I ragazzi Burgess”.