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Regioni d'Europa. Devoluzioni, regionalismi, integrazione europea

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Titolo: <strong>Regioni d'Europa. Devoluzioni, regionalismi, integrazione europea</strong></br></br>
Autore: <strong>Mario Caciagli</strong></br></br>
Editore: <strong>Il Mulino</strong></br></br>
Pagine: <strong></strong></br></br>
Anno edizione: <strong>2006</strong></br></br>
EAN: <strong>9788815109378</strong></br></br>

<p>Negli ultimi decenni l'architettura istituzionale di molti stati europei è andata mutando in seguito a diffusi processi di devoluzione di poteri e risorse dal centro alla periferia. Le regioni sono emerse con forza nell'arena europea e vi rivendicano un ruolo importante. Hanno costruito una fitta rete di relazioni fra loro per meglio perseguire i propri interessi e hanno promosso organismi di rappresentanza di fronte alle istituzioni di Bruxelles. Dal canto loro, le politiche comunitarie hanno privilegiato i territori substatali come ambiti di sviluppo economico e sociale l'Unione europea ha addirittura preteso dai nuovi stati membri che, prima del loro ingresso nel 2004, realizzassero forme di decentramento. Tutto ciò ha contribuito al rafforzamento delle identità regionali. Per altro verso, le riforme territoriali sono entrate nell'agenda di molti stati europei anche sotto la spinta di movimenti e partiti regionalisti. A Ovest come ad Est si è avuto un risveglio di tradizioni culturali e di orientamenti politici diversi da quelli degli stati centrali. Su questo sfondo il volume - che qui si presenta in una nuova edizione - illustra in modo chiaro e informato i complessi rapporti tra devoluzioni, avvenute o in atto, regionalismi e integrazione europea.</p>
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Identità regionali e varietà linguistiche: Friuli Venezia Giulia e Sardegna. Friuli Venezia Giulia e Sardegna, due <strong>regioni</strong> ai lembi estremi dell’Italia.
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Pensavo non mi sarebbe piaciuto per le idee espresse (a parte l’Euro, sono contrario alla Eu così com’è e sono contrarissimo al regionalismo svincolato dagli Stati-nazione), in realtà non mi è piaciuto per motivi molto più gravi. Prolisso, descrittivo fin troppo nel dettaglio, nella parte finale ripete parti di altri capitoli. Dispersivo, analizza quasi tutte le principali aree geografiche della Eu unita, affiancando regioni dei paesi di prima adesione a quelle costituite solo per accedere ai fondi europei dagli Stati nati dalla disgregazione del blocco comunista. Inconsistente nelle base argomentativa, perché tratta dei regionalismi di Germ, Spa, Ita, Fra, Uk, Bel con solo minimi accenni al fatto che sono Stati che nascono diversi (federale, unitario, regionale, unione di Stati ecc) e con ancora meno riferimenti ai modelli di governo. Il testo è interamente percorso da un sostegno alla Ue attuale ed al regionalismo, ma non si esprimono idee, argomentazioni, e non si portano elementi a supporto si constata che molti risultati sono stati finora disattesi ma si continua a sostenere il percorso ritenendolo virtuoso. Più grave di tutto infine il fatto che non c’è alcuna critica e/o considerazione dell’impatto sociale. Si avvalla il regionalismo e la rappresentanza a Bruxelles e non si fa cenno alle spese che ciò comporta, al costo sociale, alla sottrazione di risorse allo sviluppo, alla quantità di cariche non c’è alcuna analisi delle conseguenze e quando si sostiene la Camera delle Regioni presso la Ue, non c’è nota del fatto che gli organismi attualmente presenti sono già inutili, figurarsi uno in più. Alla fine il libro fornisce informazioni, la storia, gli eventi buono come secondo libro in un esame e per sapere cosa è successo, inutile a chiunque voglia capire e riflettere sul tema.