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Il primo punteggio pieno che assegno. E’ assolutamente un romanzo che non si dimentica e se è vero che in realtà Kunta Kinte non sia mai esistito, be’ bisogna dare atto a A. Haley di avere un’immaginazione veramente fervida e invidiabile. Una grande epopea americana.
Confermo, come in una recensione precedente, che si tratta di un capolavoro della letteratura. Una storia generazionale che fa riflettere e ci delinea il tema della schiavitù in modo duro e senza sottintesi. L’autore ha tutta la mia stima per il grande e complesso lavoro di ricerca che ha poi utilizzato per redigere questo sensazionale romanzo.
Un capolavoro. Consiglio la lettura dei seguenti testi, in questo ordine che riflette la cronologia storica dagli esordi ai giorni nostri, per chiunque voglia farsi un’idea di cosa siano gli Stati Uniti d’America al di là della loro propaganda giuntaci avvelenata assieme ai pacchi del piano Marshall e che prosegue tutt’ora. -Seppellite il mio cuore a Wounded Knee. Dee Brown -Radici. Alex Haley -Ragazzo negro. Richard Wright -Blue rage black redemption. Stanley Tookie Williams Al termine interessante sarà rivedere il percorso con due letture più generali: -Storia del popolo americano. dal 1492 ad oggi. Howard Zinn. -We want freedom. A life in the black panther party. Mumia Abu Jamal.
La storia di più generazione, con il ricordo dell’atrocità della schiavitù. Tocca molti aspetti alcune volte in modo distaccato, quasi sorvolando su fatti gravissimi. E’ un ottimo libro, anche se non sempre appassionante.