Numero zero Scarica PDF EPUB
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Libro che dopo la lettura sfugge, passa via e difficilmente rimarrà nella memoria. Piacevole, per la consueta bellezza dello stile, ma nulla di paragonabile ai romanzi scritti negli anni precedenti, quelli sì, immutabili al ricordo. Un passatempo. Lieve. Già dissolto.
“Domani muore: oggi stesso”. Il congedo di Umberto Eco dalla narrativa, e dalla vita, ha il sapore amaro di un “lasciate ogni speranza”. La storia è ambientata nel 1992, epoca in cui si incrociano Mani Pulite, il caso Gladio e l’ascesa di Berlusconi. Il tutto condito con un’avvincente ipotesi alternativa sulla “vera” morte di Benito Mussolini – ma, che questa ipotesi regga oppure no, in effetti non cambia nulla per la storia d’Italia del dopoguerra, descritta con una ferocia degna degli “Scritti corsari” di Pasolini. E stranamente, proprio Pasolini non è mai neppure citato nel romanzo, in compenso vi è un personaggio che farà una brutta fine per aver scoperto troppe cose. Eco racconta la storia buia dell’Italia dal 1945 al 1992, e dopo, dall’interno di una redazione che dovrebbe produrre il numero zero di un nuovo giornale, “Domani
Uno degli scritti più ridicoli degli ultimi 20 anni. Meno male ha finito eh…
Vedo che molti stanno comprando questo libro: essendo l’ultimo, ci si aspetta che rappresenti lo “stato dell’arte” del suo autore. In realtà non è quasi mai così. è inspiegabile ciò che è successo questo con questo libro. Io, come altri, ho ipotizzato che non sia stato scritto davvero da Eco. Può essere che gli sia stato chiesto un favore a forza. Può anche essere che il maestro, sentendo la morte approssimarsi, abbia voluto per una volta buttare là qualche rapida idea su un periodo storico che non aveva mai affrontato in forma narrativa. Fatto sta che è di gran lunga la sua opera peggiore. Stile a parte (ben ritmato), non si salva niente: la storia d’amore è irrealistica, la trama sconclusionata, i personaggi insipidi. L’Isola del Giorno Prima e Il Cimitero di Praga pure avevano annoiato gli estimatori di Eco, ma lì c’era comunque del buono. Qui, non ci trovo niente, e dubito molto fortemente che sia un caso come quello dei Quartetti di Beethoven. Se volete rendere onore alla memoria di Eco, lasciate stare questo, e rileggetevi il Pendolo di Foucault, che rimane uno dei migliori romanzo del’900 in assoluto.