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Mi è piaciuto molto. Un pilota ed il suo aereo sono molto di più di una macchina volante e dell’uomo che la guida. E’ come se l’uomo e la macchina diventassero amanti indissolubili. Fatto noto. Certo. Però io non avevo mai capito come si valutassero certi aspetti che regolano il balance of power fra le nazioni Con questo libro, l’ho capito. Per giunta, c’è una bellissima storia d’amore. E, ancora per giunta, siamo, noi lettori, trascinati in una storia complicata che ci porta in tanti posti diversi, dove uomini, esperienze, filosofie di vita diversissimi, ci fanno vedere come eventi che accadono lontano da noi sono, e con protagonisti che mai potremmo immaginare, sono comunque tali da determinare le nostre vite. Insomma, si potrebbe raccontare di più, ma, come sempre, dire come è finita la partica di calcio toglie il piacere di guardarla in tv. Qui è lo svolgersi della vicenda che non bisogna raccontare. Ottimo lo stile. Quello che piace a me: rapido, semplice, efficace.
Splendidamente scritto. Storie e uomini si incastrano alla perfezione. V’è una grande maestria nel disegno complessivo, che emerge progressivamente, con pennellate talvolta brevi, talvolta più insistite. Passato e presente sono un continuum in costante rimescolamento. E tuttavia, a dispetto di quanto pensava Borges, che un uomo sia, alla fine, il prodotto delle sue circostanze, cioè prevalentemente del caso, in questo romanzo teso e mozzafiato, sono le circostanze ad essere il prodotto degli uomini. Anche se gli uomini sono spesso anche il riflesso delle loro storie. Figli del secolo scorso, schiavi di ideologie che fanno del potere il fine ultimo, molti combattono una battaglia di retroguardia, tesi a restaurare un mondo che non c’è più. Lysenko, capo del MVD, nuova sigla del KGB, non esita a vendere tre missili SS20 alla Siria, pur di raccogliere i soldi per il suo colpo di stato. Indifferente al fatto che con ogni probabilità essi non saranno usati come deterrente contro Israele, ma assemblati, puntati e lanciati. Iniziando una guerra nucleare nel punto più sensibile dell’intero pianeta. Alberto Tardi, ingegnere italiano che avrà, suo malgrado, un ruolo fondamentale nell’evitare la tragedia, pagandone però un prezzo altissimo. Eppure, il finale è sorprendente, un intreccio di dolore e speranza dietro il quale si intravede un incerto futuro, come incerto è il percorso nella vita di ciascuno di noi. Un libro splendido. Da leggere.
Mio nipote mi ha prestato questo libro dicendomi due cose: che l’aveva comprato perché “il titolo è figo” e poi che tutto il resto è fighissimo. Sono rimasta piuttosto perplessa. Dunque ho incominciato le 400 pagine pensando che mi sarei fermata presto. Ma mi sono appassionata subito. La scrittura è brillante, e la trama ha un respiro oserei dire planetario. Russia, Stati Uniti, Germania, Siria, Israele, Francia e Italia sono i luoghi che brani talvolta brevi avvicendano come alberi osservati da un treno in corsa. Alcuni personaggi sono affascinanti. Penso a Sara, a Michail, ebreo per parte di madre, ex agente del KGB, addestrato all’Istituto Andropov dal Generale Barlewskij, sopravvissuto alla guerra e al terrore bolscevico, emigrato in Israele. A Rolf Siebert, che, come Barlewskij, ma dall’altra parte della barricata, carrista tedesco, sopravvive alla guerra con un senso di incredulità: “ I ricordi si aggrovigliavano fra di loro, in un tessuto dai filamenti indistinguibili l’uno dall’altro. Solo l’inizio e la fine erano netti, ed incancellabili delimitavano e segnavano il percorso, come i fari dei porti indicano alle navi il punto di partenza e quello di arrivo? Nel maggio freddo e piovoso del quarantacinque le armi tacquero, finalmente. Lui, come molti, era attonito. Il fragore era cessato. Il silenzio che era seguito mostrava l’apparenza dell’illusione una chimera per adulti. Possibile che fosse tutto finito? Che lui ne fosse uscito vivo? Davvero non era più necessario lottare ogni ora, ogni momento, con le unghie e con i denti, per salvarsi? Finiti i morti, le distruzioni finite le menzogne? Non sembrava vero, no. Era di certo uno scherzo che un burlone cosmico aveva giocato al genere umano. In quei primi giorni, cessata la tormenta, ci si sentiva fuori di luogo. Alieni, piovuti nel mezzo di una festa su un pianeta sconosciuto” Leggete il libro, ma gustatelo senza fretta.