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Morte a Firenze. Un'indagine del commissario Bordelli

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Titolo: <strong>Morte a Firenze. Un'indagine del commissario Bordelli</strong></br></br>
Autore: <strong>Marco Vichi</strong></br></br>
Editore: <strong>TEA</strong></br></br>
Pagine: <strong></strong></br></br>
Anno edizione: <strong>2012</strong></br></br>
EAN: <strong>9788850229178</strong></br></br>

<p>Firenze, ottobre 1966. Non fa che piovere. Un bambino scompare nel nulla e per lui si teme il peggio, forse un delitto atroce. Il commissario Bordelli indaga disperatamente, e durante le indagini arriva l'alluvione... La notte del 4 novembre l'Arno cresce, si ingrossa, va a lambire gli archi di Ponte Vecchio, supera gli argini e la città è travolta dalla furia delle acque. Le vie diventano torrenti impetuosi, la corrente trascina automobili, sfonda portoni e saracinesche, riversando nelle strade cadaveri di animali, alberi, mobili e detriti di ogni genere. Mentre la città è alle prese con quella inaspettata e inimmaginabile tragedia, il delitto sembra destinato a rimanere impunito, ma la tenacia di Bordelli non vien meno... Con un'intervista all'autore di Teresa Ciabatti e un saggio di Luca Scarlini.</p>
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Romanzo molto valido. Vichi sta affinando il suo stile, senza perdere la freschezza dei primi romanzi. Restano le piacevolissime digressioni, con la storia che si perde in sottoracconti mai noiosi. Per chi è rimasto deluso dal finale, consiglio di leggere il seguito, questo è solo il primo capitolo della storia. Piacevole aver ritrovato il capitano Arcieri di Leonardo Gori.

è il terzo libro che leggo di marco vichi e devo dire che questo è senz’altro il migliore. la descrizione dell’alluvione è perfetta, ti pare di essere lì dentro. la storia del bambino rapito è particolarmente significativa.

Ho gradito veramente tanto la lettura di questo capitolo del Commissario Bordelli, tanto che mi sono già procurata il seguito e non vedo l’ora di iniziarlo. La storia del fatto criminoso, la penosa storia di una bambino che sparisce nel nulla, si svolge sullo sfondo di una Firenze ferita e devastata dall’alluvione del ‘66, al cui racconto lo scrittore dedica molte righe. Per il resto, la profonda umanità di questo’uomo, con i suoi pesanti ricordi della guerra, i suoi scrupoli, la sua solitudine, la malinconia per l’età che avanza. Assolutamente consigliato.

Se lo stesso Vichi afferma, senza mezzi termini, di odiare i gialli, non gli si fa nessun torto a giudicare questo suo “Morte a Firenze” come un romanzo che è tutto meno che una storia “investigativa”. Certo, il commissario c’è, ma provateci voi a considerare Franco Bordelli una sorta di “deus ex machina” che interviene nell’intreccio per ristabilire l’ordine violato, risolvendo il caso, catturando il colpevole e consegnandolo alla giustizia. No, “Morte a Firenze” è un romanzo storico-sociale e Bordelli è uno dei pochi uomini pensanti rimasti su carta e purtroppo anche in carne ed ossa. Custodiamolo, anzi coccoliamolo, come fa la sua adorata Rosa.

Ho letto tutti i libri che parlano di lui ed ormai il Commissario Bordelli è un amico per il quale, quando interrompo la lettura, provo nostalgia. Mi piace molto il modo di scrivere dell’autore che riesce ad essere avvincente e coinvolgente anche senza una trama mozzafiato. E’ una sensazione strana quella che provo durante la lettura, è come se tutto ciò che viene raccontato si svolgesse in quel momento intorno a me. Ho iniziato la lettura dei tomi in ordine cronologico di pubblicazione e credo sia stato importante non solo perché i personaggi intorno al protagonista ricorrono e ritornano ma anche e soprattutto perché ogni libro “è migliore” del precedente. “Morte a Firenze