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Mistero napoletano

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Titolo: <strong>Mistero napoletano</strong></br></br>
Autore: <strong>Ermanno Rea</strong></br></br>
Editore: <strong>Einaudi</strong></br></br>
Pagine: <strong></strong></br></br>
Anno edizione: <strong>1995</strong></br></br>
EAN: <strong>9788806133931</strong></br></br>

<p>Di Francesca, morta inspiegabilmente suicida la sera di Venerdì Santo del 1961, Ermanno Rea tenta di ricostruire l'identità e la storia attraverso un libro che, come dice l'autore, è forse un libro di fantascienza, oppure semplicemente un giallo, un giallo esistenziale, perché indaga su un suicidio apparentemente senza ragione. O forse è piuttosto un libro di viaggio in forma di diario: un viaggio nel passato scandito dalla forma diaristica della scrittura, che mescola passato e presente, testimonianza e congettura, memoria e cronaca, in cui nulla è inventato. Nel tentativo di dare spiegazione a questa misteriosa morte, Rea torna nella sua città e apre uno squarcio sugli anni del dopoguerra a Napoli tra politica, ideali e sentimenti.</p>
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Nel 95 ho amato questo libro. Ho amato Renzo e Francesca , che un po’ mi ricorda.Ho deciso di regalarlo a tutti gli amici del PCI che non avevano ancora aperto gli occhi. Il mistero e’ il PCI ed il suo continuo trasformismo.

A me Rea sta antipatico. E’ una persona invischiata col potere bassoliniano e questo libro rappresenta solo la sua falsa coscienza.

Storie di perdenti. Storie vere di perdenti affascinanti. Recentemente si parla molto di vittorie e di sconfitte ma di perdenti dignitosi, quelli che non piangono e non si strappano i capelli in diretta, neanche l’ombra. Questa è la storia di una resa. Francesca è una figura struggente, appassionata, sofferente, intelligente e libera e pagherà duramente le sue qualità, anche nel partito comunista, cui si era incondizionatamente donata. Ha senso indagare su un suicidio dopo più di cinquant’anni? Ha senso per il rispetto, la disperazione, la grandiosità evocati dalla più estrema affermazione di autodeterminazione. Ha senso scavare nel passato remoto dell’immediato dopoguerra per la lucidità che solo il tempo ed il crollo dei miti possono dare. Pesci rossi in un acquario: i comunisti degli anni cinquanta. Storie di brillanti intelligenze sprecate o schiacciate dallo stalinismo e dal “centralismo democratico”. Tra queste brillava una stella… Renato Caccioppoli. Francesca si è arresa, perchè il suo unico torto è di aver cercato la libertà, l’intelligenza, l’azione, di non aver mai fatto i suoi calcoli. Ma è anche la resa di una città, Napoli, che visse per un breve periodo la speranza della rinascita economica e culturale, prima di essere sacrificata alla NATO in nome della difesa nazionale. “Se tu avessi un miliardo di miliardi la compreresti Napoli? E come la cambieresti?” Oggi quei soldi non bastano più, ma il sogno è ancora lo stesso. Rivolgerei un appello al regista Martone: perchè non ne fai un film?