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Medicamenta e altri medicamenta

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Titolo: <strong>Medicamenta e altri medicamenta</strong></br></br>
Autore: <strong>Patrizia Valduga</strong></br></br>
Editore: <strong>Einaudi</strong></br></br>
Pagine: <strong></strong></br></br>
Anno edizione: <strong>1989</strong></br></br>
EAN: <strong>9788806116187</strong></br></br>

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Prima opera nota di <strong>Patrizia Valduga</strong> è una miscellanea di prove metriche, <strong>Medicamenta</strong>, preannunciata sull’Almanacco dello Specchio nel 1981 ed edita un <br/><strong>Medicamenta e altri medicamenta</strong> è un libro di <strong>Patrizia Valduga</strong> pubblicato da Einaudi nella collana Collezione di poesia: acquista su IBS a 9.35€!<br/><strong>MEDICAMENTA</strong>, edita dal 1908 da Società Cooperativa Farmaceutica, è una fonte di informazione esauriente e certificata sul farmaco a supporto dei professionisti <br/>Il libro. I "<strong>medicamenta</strong>" di <strong>Patrizia Valduga</strong> non dispensano né l'amore né l'oblio né la morte: perché la tragedia di questo linguaggio poetico non si risolve né <br/><strong>Medicamenta e altri medicamenta</strong> è un Libro di <strong>Patrizia Valduga</strong>, pubblicato da Einaudi. Leggi le recensioni degli utenti e acquistalo online su IBS.<br/><strong>Patrizia Valduga</strong> è nata nel 1953 a Castelfranco Veneto. Vive a Milano. Ha pubblicato <strong>Medicamenta</strong> (Guanda 1982), <strong>Medicamenta e altri medicamenta</strong> (Einaudi 1989), <br/>INTEGRAZIONE CON <strong>ALTRI</strong> PROGRAMMI. <strong>MEDICAMENTA</strong> on-line è progettato con un'architettura aperta che permette una facile integrazione del suo database con i <br/><strong>Medicamenta e altri medicamenta</strong> PDF Download. Benvenuto a Chekmezova - <strong>Medicamenta e altri medicamenta</strong>.
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Un libro pieno di notti, che sembra muoversi provocatoriamente nell’oscurità dei sensi rievocata dalle parole, mentre esse rimangono sospese come monadi in un’ atmosfera di alambicchi e filtri amorosi. “Medicamenta” è appunto il titolo, e da medicare sono corpo e mente con l’unico benefico rimedio dei versi. La Valduga, novella fata morgana, li amalgama con perizia quasi scientifica, attenta a non trasgredire metri classici quali il sonetto e l’ottava, ma mescolandovi contemporaneamente ingredienti quanto mai dissimili: consacrazione e dissacrazione della tradizione letteraria, recuperi del duecento e Zanzotto, ironia e pietà, ma soprattutto un’onnipresente sensualità, a volte ostentata a volte solo suggerita. “Notte” è la parola più ricorrente, e alle notti sono intitolate le tre sezioni del libro, sottintendendo che la poesia deve far riaffiorare alla luce ciò che è buio, perché passato e sprofondato nella memoria o perché taciuto da sempre. Quello che la poesia ha raramente trovato il coraggio e la gioia di raccontare (la descrizione innamorata del corpo maschile, l’esaltazione del sesso) in Patrizia Valduga diventa rovesciamento dei ruoli pietrificati nei duelli e nelle schermaglie d’amore. La poetessa si fa protagonista di una caccia che ha per oggetto il corpo dell’altro, e cerca di possederlo con crudezza e insieme dedizione: “o strascinarmi al suolo/ e con lascivo assalto, anche il midollo/ succhiargli…o con audaci mani a volo/ provarne gli inguini…”. Dante, Marino, Tasso: i giochi di parole, le magie di rime e assonanze diventano sostanza stessa della poesia, mentre notte e giorno, morte e vitalità del sesso non sono che accidenti, pretesti poetici. Ci troviamo davanti a un libro intelligente, verrebbe da dire forse “troppo” intelligente, costruito anche nelle esitazioni, che lascia intravedere dei punti deboli là dove questa costruzione viene meno: nelle poesie più brevi, che spesso non riescono a uscire dalla estemporaneità.

Stavo per affermare che la signora Valduga è pazza ma Tasso, Campanella e Campana non m’avrebbero lasciato dormire. Sicché m’accontento di sconsigliare questo testo perché insulso, ricercato e privo di bellezza. Tra i temi e le espressioni non vi è nulla che non oda ubriacandomi in osteria. Un punto in più per premiare l’immensa fatica che le saranno costate rime come “cuore-amore