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Mary Tibaldi Chiesa. La prima donna repubblicana in Parlamento tra cooperazione internazionale e mondialismo

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Titolo: <strong>Mary Tibaldi Chiesa. La prima donna repubblicana in Parlamento tra cooperazione internazionale e mondialismo</strong></br></br>
Autore: <strong>Silvio Berardi</strong></br></br>
Editore: <strong>Franco Angeli</strong></br></br>
Pagine: <strong></strong></br></br>
Anno edizione: <strong>2012</strong></br></br>
EAN: <strong>9788820408442</strong></br></br>

<p>Prima donna ad essere eletta tra le fila del Partito repubblicano, Mary Tibaldi Chiesa, nel corso di tutta la sua attività politica, rimase sempre fedele agli ideali mazziniani e cattaneani ereditati dal padre Eugenio Chiesa, fiero oppositore del regime di Mussolini e punto di riferimento di tutta la sua esistenza. L'Italia repubblicana, per lei, aveva l'onere di seguire gli insegnamenti di questi due padri del Risorgimento, convinta com'era della compatibilità del loro magistero. Europeista e mondialista, riteneva indispensabile il superamento della dimensione statale e l'istituzione di una federazione internazionale, idonea a offrire adeguate risposte alle nuove esigenze dei popoli. Le scelte compiute dalle grandi potenze, al termine del secondo conflitto mondiale, non la convincevano poiché non favorivano la cooperazione internazionale e impedivano all'Organizzazione delle Nazioni Unite di divenire il primo nucleo di un'Assemblea costituente mondiale, nella quale accanto ai delegati dei vari governi avrebbero dovuto sedere i rappresentanti della società civile. Certa dell'impellente necessità del disarmo universale, confidava nelle capacità delle donne, che potevano stimolare, con il loro impegno politico, i mutamenti istituzionali. Senza venir meno ai suoi doveri famigliari, la donna aveva il diritto di ricoprire ruoli di rilievo nella sfera pubblica: si batté così per il suo ingresso in magistratura così come per il suo accesso alla carriera diplomatica.</p>
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Mary Tibaldi Chiesa, nobile figura del repubblicanesimo italiano, che cercò di ricongiungere la parola di Giuseppe Mazzini con quella di Carlo Cattaneo in forma armonica e ben compiuta, è stata per troppo tempo dimenticata dagli studiosi del pensiero politico. Merito del libro di Silvio Berardi è quello di aver riproposto al mondo della cultura le idee e l’azione di una donna non comune, dotata di grande sensibilità politica e profondo senso di giustizia, e lo ha fatto con quell’entusiasmo e quel fervore proprio dei giovani studiosi. Berardi, con grande rigore scientifico e minuziosa analisi, ricostruisce la vita e il pensiero di Mary Tibaldi Chiesa, ripercorrendone le tappe fondamentali e soffermandosi ampiamente sulla figura del padre, Eugenio Chiesa, personaggio determinante per la formazione umana e intellettuale della pensatrice milanese.I grandi ideali risorgimentali sembrano ancora rivivere in Lei e con essi le nobili figure d’un passato non morto, ma capace ancora di parlare agli uomini dell’età presente. La critica alla monarchia sabauda, la condanna di tutti i regimi dittatoriali e totalitari, l’auspicio di un federalismo capace di abbattere le ristrette barriere dello Stato nazionale e di aprirsi la strada verso lidi più ampi, capaci di abbracciare tutti i popoli della terra,sono solo alcuni dei temi della scrittrice repubblicana, temi che con grande perizia Silvio Berardi ripropone ai lettori contemporanei. Di notevole interesse gli inediti presenti nel volume: lettere, cartoline, brevi appunti inviati e ricevuti da Mary e conservati attualmente in Archivi privati. Indubbiamente l’originalità della ricerca di Berardi consente un evidente avanzamento delle conoscenze sul pensiero federalista e repubblicano di metà Novecento,come pure permette di inserire Mary tra coloro che fecero della cooperazione internazionale il fine ultimo della propria esistenza.