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La traversata. Settembre 1943-dicembre 1945

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<td align="left" style="vertical-align:top">    
Titolo: <strong>La traversata. Settembre 1943-dicembre 1945</strong></br></br>
Autore: <strong>Paolo Murialdi</strong></br></br>
Editore: <strong>Il Mulino</strong></br></br>
Pagine: <strong></strong></br></br>
Anno edizione: <strong>2001</strong></br></br>
EAN: <strong>9788815081667</strong></br></br>

<p>Vurìs fa il partigìàn tuta la vita", disse un compagno a paolo Murialdi quando si sentiva già aria di vittoria. Per Murialdi rivisitare oggi quel periodo fra il '43 e il '45 è l'occasione per rievocare non solo gli eventi che hanno segnato il triangolo di colline e montagne fra Voghera, Stradella e il passo di Penice, ma anche un'atmosfera morale fatta di amicizie, sodalizi, prove. Molte le pagine dedicate alla guerriglia, ai rastrellamenti, agli agguati alle azioni, fino all'ingresso in Milano insorta e alla missione "più grossa del Monte Bianco", affidata al suo comando, quella di eseguire le condanne a morte di Mussolini e dei gerarchi di Salò catturati sul lago di Como.</p>
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Testimonianza senza alcuna retorica della propria appartenenza al movimento partigiano dell’Oltrepo pavese di un giovane, poi diventato famoso giornalista.

Si tratta di una testimonianza scarna, essenziale e senza un’ombra di retorica sulla guerra partigiana nell’Oltrepo e sul clima che si respirava in Italia subito dopo la liberazione. Non per questo manca di sentimento, se vogliamo anche di parte, intendendo “di parte” in senso positivo: una giusta rivendicazione di chi fu partigiano, di chi aveva compiuto una scelta, di certo la più scomoda, senza aspettare l’evoluzione degli avvenimenti e della guerra. Non dimentichiamo che chi sceglieva di combattere contro tedeschi e fascisti era considerato disertore, sapeva coscientemente di mettere in gioco la vita. Venivano chiamati banditi da fascisti e repubblichini, oggi sicuramente sarebbero stati tacciati di terrorismo, ed invece, pur tra mille contraddizioni, combattevano per la democrazia. Questo dovrebbe indurci a riflettere.Prima di fare processi alla Resistenza si dovrebbe cercare di rientrare nei sentimenti e nel clima di allora, ricordare le violenze dei tedeschi e dei fascisti nostrani, più estreme e crudeli proprio nel momento dell’imminente loro crollo.