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La poesia. Come si legge e come si scrive

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Titolo: <strong>La poesia. Come si legge e come si scrive</strong></br></br>
Autore: <strong>Alberto Bertoni</strong></br></br>
Editore: <strong>Il Mulino</strong></br></br>
Pagine: <strong></strong></br></br>
Anno edizione: <strong>2006</strong></br></br>
EAN: <strong>9788815113207</strong></br></br>

<p>Il rapporto tra chi legge e chi scrive poesia, oggi in Italia, è circa di uno a mille. Naturalmente non è possibile insegnare a diventare poeti. Tuttavia, questo libro intende dimostrare - con esempi tratti dagli autori più grandi della tradizione occidentale, da Dante a Leopardi, da Petrarca a Ungaretti, da Baudelaire a Pessoa, da Celan a Brodskij - che un'autentica, possibile e anzi auspicabile educazione alla poesia può darsi solo se, dai primi tentativi di creazione in proprio, si impara a muovere verso l'acquisizione di una capacità vera di lettura del testo poetico. E leggere la poesia, per poi magari prendere a scriverla in prima persona secondo la competenza nel frattempo acquisita, equivale a possedere tutte le tecniche che innervano il suo "fare", le necessarie nozioni storiche, ma anche una rinnovata disponibilità all'ascolto.</p>
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La poesia rimane oggi, secondo l’autore di questo interessante e documentatissimo volume, una “sacca di resistenza” dove “almeno un poco di umanità continua a preservarsi”. Ovviamente, quando si parli di una poesia intesa come “un’esperienza di scambio tanto forte, non soltanto fra autore e lettore, ma fra inconscio e coscienza, mondo inventato e mondo reale, da non lasciare indenne nessuno degli elementi coinvolti, consegnandoli a un’esperienza di straniamento”. Poesia quindi come nutrimento dell’anima e della mente, illuminazione interiore, scardinamento delle proprie ossidate certezze: “arte di respiro plurimillenario” a cui avvicinarsi “con una competenza umile e adeguata”. Per questo è necessario confrontarsi con essa in primo luogo come lettori, attenti e concentrati, come fruitori capaci di rispettosa gratitudine verso questa miracolosa incandescenza emotiva, e solo in un secondo momento come produttori, autori consapevoli dei propri mezzi, del proprio bagaglio di abilità letterarie. Se è vero che in Italia almeno due milioni di persone scrivono versi, e solo duemila leggono abitualmente poesia, ecco che Alberto Bertoni richiama a un impegno culturale costruttivo nel riscoprire una poesia che sappia essere, come deve, rivelazione di verità ed emozione. E lo fa senza ipocrite diplomazie, quando sferza la produzione poetica contemporanea italiana, e vede in essa “un’assenza quasi assoluta di nuovi testi capaci di rompere schemi e attese, in un contesto di aurea mediocritas almeno apparente dove le nuove scritture risuonano tutte impeccabili, calibrate, maledette all’occorrenza ma solo con misura, talvolta addirittura intercambiabili…”. Torni quindi la nostra poesia a sapere rappresentare un mondo “abissale e inabissato