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La pittura allegorica a Pompei. Lo sguardo di Cicerone

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Titolo: <strong>La pittura allegorica a Pompei. Lo sguardo di Cicerone</strong></br></br>
Autore: <strong>Gilles Sauron</strong></br></br>
Editore: <strong>Jaca Book</strong></br></br>
Pagine: <strong></strong></br></br>
Anno edizione: <strong>2007</strong></br></br>
EAN: <strong>9788816603868</strong></br></br>

<p>La pittura allegorica compare nelle decorazioni interne delle case romane alla fine degli anni Ottanta del I secolo a.C. Scompare una quarantina d'anni più tardi con la generazione che ne aveva creato la moda, durante gli sconvolgimenti politici seguiti all'assassinio di Cesare alle Idi di Marzo del 44 a.C. Le sontuose composizioni, che rappresentano architetture in parte immaginarie e prive di qualsiasi presenza umana, sono state devotamente preservate dai successivi proprietari delle dimore, a causa probabilmente della condizione sociale di coloro che le avevano commissionate, fino a che l'eruzione del Vesuvio le ha a sua volta conservate permettendo di ammirarle. Si indaga qui questa moda decorativa, dalla sua probabile nascita sul Palatino, nella casa di uno dei capi della fazione conservatrice dell'aristocrazia senatoria, fino alla sua fase conclusiva nelle ville della ricca zona residenziale del golfo di Napoli. Il significato di queste pitture è analizzato in dettaglio, con un tentativo di ritrovare lo sguardo dei proprietari che le fecero eseguire. Si tratta di ricostruire in tutti i suoi aspetti sia la memoria di questi personaggi che le loro abitudini di percezione visiva. Tra il gruppo di giovani aristocratici decisi a resistere alle azioni dei populares e coloro che erano andati a cercare presso i filosofi di Atene le ragioni per credere nel loro destino, spicca la grande figura di Cicerone, che possedeva una residenza nel territorio di Pompei.</p>
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L’opera di Gilles Sauron “La pittura allegorica a Pompei: lo sguardo di Cicerone” viene dato alle stampe e distribuito nel 2007 dalla Jaca Book.Il libro espone e argomenta varie tesi interpretative al riguardo delle pitture allegoriche, che compaiono all’interno delle ville patrizie romane alla fine degli anni ottanta del primo secolo A.C. il significato di queste pitture parietali, spesso criptato e volutamente non comprensibile, viene analizzato nel dettaglio cercando di ricostruire/ripristinare lo sguardo dei proprietari delle lussuose residenze. Spicca la figura di Cicerone sul finire del primo sec. A.C., anch’egli possessore di una villa a Pompei, come d’altronde la maggior parte dei patrizi politicamente attivi l’opera infatti ambisce a far rivivere quello che fu il suo sguardo nel periodo in considerazione, alcune decadi prima dell’eruzione del Vesuvio, evento che ha comunque permesso di ammirare gli affreschi fino a oggi. Sono tantissime le tesi che espongono le motivazioni per cui i membri dell’aristocrazia romana, ai tempi di Cicerone, Pompeo e Cesare, amavano circondarsi di tali affreschi, all’interno delle loro ville a Pompei. Queste pitture vengono comunemente considerate appartenenti al “secondo stile pompeiano” che offriva molta sperimentazione sul campo agli artisti: trompe l’oeil, prospettive che davano comunque l’illusione di uno spazio più ampio dell’originale. Molti studiosi, tra cui Beyen, affermano quanto gli artisti si rifacevano alle scenografie teatrali basate sui modelli di Vitruvio nel suo “DE ARCHITECTURA” e ai tre generi (tragico, comico, satiresco). Le tematiche vengono affrontate confrontando le varie ipotesi fra loro ed esponendo sovente infine la propria opinione, polemizzando quella altrui. Un libro che è quindi un’ottima fonte per chi ricerca qualcosa, avendo già a priori le idee chiare, ma che contemporaneamente sembra sempre perdere il punto focale del discorso da cui ogni capitolo prende spunto.