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La mente del viaggiatore. Dall'Odissea al turismo globale

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Titolo: <strong>La mente del viaggiatore. Dall'Odissea al turismo globale</strong></br></br>
Autore: <strong>Eric J. Leed</strong></br></br>
Editore: <strong>Il Mulino</strong></br></br>
Pagine: <strong></strong></br></br>
Anno edizione: <strong>2007</strong></br></br>
EAN: <strong>9788815118592</strong></br></br>

<p>Perché il viaggio agisce come una forza che muta il corso della storia? Come può una semplice transizione spaziale influenzare gli individui, plasmare i gruppi sociali e modificare profondamente quelle strutture di significato che chiamiamo cultura? Leed studia le alterazioni dell'identità personale e della civiltà indotte dal viaggio - il viaggio reale, ma anche quello metaforico che ci porta a chiamare "trapasso" la morte e "cammino" la vita -, cogliendo nell'esperienza della mobilità territoriale un modello di trasformazione culturale, temporale, psicologica. Thttavia, dai tempi delle perigliose prove di Gilgamesh e Ulisse al fidente "tutto compreso" del turismo di massa, il significato simbolico del viaggio è mutato radicalmente. Se nell'Antichità e nel Medioevo attraverso pericoli e cimenti si attingeva una purificazione interiore, con i grandi viaggi scientifici in epoca moderna viaggiare diventa fonte di libertà e di svelamento dell'io. Infine, nella società industriale, transitare da un luogo all'altro permette all'uomo di riconoscersi un'appartenenza nazionale e insieme un'identità personale.</p>
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ORIGINI DELLE SUPERSTIZIONI (a cura di Bruno Silvestrini) Ancora oggi la superstizione e il timore di venir colpiti dalla sfortuna fanno si che molte persone evitino <br/>Etimologia del termine. La parola italiana libro deriva dal latino liber. Il vocabolo originariamente significava anche "corteccia", ma visto che era un materiale 
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E’ questo un grande saggio sulla dimensione psicologica del viaggio ed il suo significato variabile nel corso del tempo. I riferimenti sono tantissimi e colti, ma ugualmente l’ho trovato un libro di non difficile lettura, che sviluppa un suo percorso logico senza preconcetti. Molto diverso, insomma, dall’intuizione un pò forzata di Chatwin sulla necessità del viaggiare e la pericolosità legata invece alla stanzialità. Due parole infine sulla scrittura di Leed mai pesante ma anche, se pur brillante, non divagante rispetto al tema. Invito quindi tutti a leggerlo serve a comprendere anche cosa sia oggi il movimento di massa che ben conosciamo.

Originale ed erudito saggio sulla psicologia e filosofia del viaggio nella storia, dal mito di Gilgamesh, all’era dei viaggi di esplorazione, ai giorni nostri. Cosa significava viaggiare per gli antichi, e cosa significa per il viaggiatore odierno? Una domanda insolita da porsi nell’era del turismo di massa. Molto interessante!