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La leggenda della verità

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Titolo: <strong>La leggenda della verità</strong></br></br>
Autore: <strong>Massimiliano Fantoni</strong></br></br>
Editore: <strong>Gruppo Albatros Il Filo</strong></br></br>
Pagine: <strong></strong></br></br>
Anno edizione: <strong>2010</strong></br></br>
EAN: <strong>9788856725995</strong></br></br>

<p>Due amici, Ricco e Mattya, un buon film, sigarette e whisky... siamo pronti per incominciare! Si alza il sipario: Xavier, giovane rampollo di casa Navarro, n un ragazzo che dalla vita ha avuto tutto. La sua vita procede serena fino a quando un incidente segna la sua esistenza. Oltre a danni fisici, accusa costanti vuoti di memoria. Viene seguito da due importanti medici: il dottor Richards e il dottor Castaneda, medico fuori dalle righe il primo, fiscale e ligio il secondo. La memoria di Xavier fatica a ritornare lucida, per questo il dottor Richards gli consiglia di partire, compiere un viaggio per ritrovare se stesso. Il ragazzo accetta e va all'avventura. Ricco e Mattya, due anime diverse, uno sognatore e ottimista, l'altro realista e materialista, così come i vari personaggi che si confrontano nel film, seguono con attenzione la trama, commentano i vari passaggi, si confrontano, discutono, con lo scopo di capire chi possiede la verità.</p>
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Questo libro mi ha messa in seria difficoltà. Fin dalla quarta di copertina ho avuto il dubbio che quello che avevo tra le mani non fosse esattamente un capolavoro: la storia presentata è un miscuglio ben shakerato di luoghi comuni da soap opera, con tanto di personaggi dai nomi esotici che passano da una festa all’altra guidando macchine sportive. Tutto questo - insieme alla sciatteria con cui la trama è raccontata - mi avrebbero fatto prontamente desistere dalla lettura, ma forse si può dare una possibilità alla storia, perché a volte non è tanto il cosa ma il come. Pia illusione. Non solo i personaggi sono piatti e stereotipati ma si evolvono secondo schemi più che prevedibili. Soprattutto il protagonista, Xavier, è descritto come alto biondo con gli occhi azzurri, unto, palestrato, ricchissimo e annoiato. Oltre che naturalmente, pieno di donne. Insomma, un personaggio che non è un personaggio, ma una maschera da commedia dell’arte. Fin qui, ancora, forse, tutto ok. Ma la sua partenza per ritrovare se stesso dopo un incidente che gli ha causato danni fisici e traumi psicologici è la ciliegina sulla torta della banalità. Nel corso delle sue avventure incontra la bella e conturbante Regina, messicana, che diventa portatrice di un’alterità culturale inesistente e quasi macchiettistica che sconvolge completamente gli schemi mentali del povero Xavier, così borghesemente perbene. Tra i due nasce una vorticosa passione raccontata con tutti gli schemi del rapporto uomo-donna che si può trovare (che so?) in Centovetrine. Se siete arrivati a leggere fin qui - il libro o la recensione, a voi la scelta - vuol dire che siete un po’ masochisti. Perché la scrittura di Fantoni non è povera di stile a dir la verità: frasi sconnesse, anacoluti, ripetizioni, cliché e chi più ne ha più ne metta, insieme a una certa supponenza da scrittore fatto che strizza goffamente l’occhio al lettore, il quale guardandosi le spalle dice: “Ma chi io?”

Un romanzo da leggere assolutamente! Un romanzo coinvolgente perché ci trascina nel nostro “Io” più profondo per scavare dentro di noi e riuscire a trovare la nostra leggenda personale. Il romanzo riprende un tema di attualità, e cioè la continua mutevolezza degli eventi, il rapido processo di trasformazione e cambiamento senza sosta tanto caratteristico della nostra epoca e società contrassegnate da pluralismo, frammentazione e cambiamenti molteplici. La realtà del romanzo è caratterizzata dalla trasformazione incessante, dalla complessità e frammentarietà, dove la narrazione viene interrotta da intermezzi riflessivi che gettano una luce analitica sull’accaduto senza mai stabilire una verità assoluta poiché ciò è impossibile. Nel reale non ci sono opposizioni e contraddizioni superabili, ma soltanto infinite differenze tra i molteplici aspetti del reale, non riconducibili a schemi ben definiti. Sul piano soggettivo ognuno vive una realtà personale a sua volta soggetta a mutevolezza, ogni storia personale è in divenire. Il filo conduttore del romanzo è la ricerca della verità personale nel labirinto della nostra vita nella pienezza della sua imprevedibilità. Il susseguirsi degli eventi è inteso come un eterno fluttuare nel fiume della vita dove siamo alloggiati per cercare di plasmare una nostra leggenda personale perché infine siamo noi stessi gli artefici del nostro destino. Recensione scritta da Rocchi Gabriella, Potenza Picena (MC)

Ho da poco “divorato” questo libro, consigliatomi da un amico per il fatto che l’autore era un suo amico ed era fiorentino. Io non sono certamente un critico, ma solo un lettore appasionato e sono rimasto molto favorevolmente impressionato da questo libro. Stasera ho fatto una piccola ricerca su internet per verificare se questo libro aveva fatto proseliti tra noi avidi lettori e mi sono imbattuto in questo sito. Dato che c’era la possibilità di fare una recensione… e nessuno l’aveva fatta… non ho resistito alla tentazione. La leggenda della verità è uno di quei libri che non stai bene finchè non arrivi alla fine, il pathos ti accompagna di pagina in pagina, e le riflessioni che stimola, sono di quelle alte. Faccio i miei complimenti a Fantoni… aspetto il suo nuovo libro… ha aquistato un lettore. Roberto Ballerini Firenze