La Divina Commedia. Inferno Scarica PDF EPUB
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Senza commento. I capolavori sono capolavori, dispiace solo che qualcuno strumentalizzi l’opera ideologicamente.
Che leggo! Dante sopravvalutato! Ma quando mai? La verità è che Dante NON è mai valutato a dovere! E poi: Dante clericale? Credo sia meglio APRIRLI E LEGGERLI APPROFONDITAMENTE, i libri, prima di sproloquiare in questo modo (e ricordo che il Sommo Poeta ha inserito il Saladino non nelle profondità dell’inferno, ma nel limbo, tra gli spiriti magni: sarebbe davvero meglio collegare il cervello, prima del computer)! Dante, è vero, è Poeta ed Artista del suo tempo, ma è senz’ombra di dubbio capace di travalicare qualsiasi barriera - temporale o spaziale che sia! Non diciamo eresie, per favore! “La Divina Commedia” NON è datata, casomai sono datati i metodi con cui professori IDIOTI e decisamente ANACRONISTICI la propinano INDEGNAMENTE agli studenti! Perciò, grazie a Benigni, Sermonti, Gassman, che ne hanno proposto una lettura differente - più vicina a noi, non imposta ma scelta. A Dante, grazie … Ma non c’è parola sufficiente, per esprimere quanto ti siamo debitori, tutti!
In 7 secoli precisi (auguroni!) da quando l’umanità ha ricevuto questo capolavoro è stato detto di tutto su Dante e la Commedia e io non posso aggiungere altro. Però qui ci tengo a far notare alcune cose ai lettori modernisti tipo ciccio. In primo luogo, riguardo alla frase secondo cui “la vera arte deve essere universale”. Questa massima, che mai nessun pensatore prima del XIX secolo si sarebbe mai sognato di esprimere, è in realtà la formula migliore per uccidere la vera arte come dimostra la storia della cultura dal XIX secolo ad oggi, ovvero i secoli in cui quella frase è sempre stata più ripetuta. La vera arte è invece proprio come quella di Dante, ossia legata alla propria terra (nel caso di Dante, la Toscana, l’Italia, al massimo l’Europa, non più), alla propria tradizione culturale e religiosa (per D. quella Cristiano/Cattolica e Greco/Romana, e non altre provenienti dall’altra parte del pianeta o inventate ex-novo). L’arte insomma deve abitare in qualche luogo e deve essere in qualche modo: dire “universale” equivale a dire “nulla”. Altro atteggiamento modernista - francamente diventato ormai un luogo comune fastidiosissimo - è quello di giudicare le epoche passate - soprattutto il medioevo - secondo il metro di valori artificiale della mentalità moderna: gli uomini del medioevo cattolico non erano cittadini del mondo, internazionali, globalisti, massificati e multiculturali come lo siamo noi oggi? Allora erano dei bigotti ottusi, razzisti e reazionari. Avevano delle idee eterne, organiche, immutabili e non artificiose, posticce, sottoposte alla moda e ai continui cambiamenti come noi oggi? allora erano dei superstiziosi ignoranti e le loro produzioni culturali sono di serie B. Ormai oggi dovrebbe essere chiaro a tutti che siamo agli antipodi di una vera civiltà evoluta, a meno di non confondere, come fanno i peggiori modernisti, il progresso tecnico e materiale con l’evoluzione culturale, civile e umana. In tal senso scambierei volentieri tutte le televisoni del mondo per una Divina Commedia :-)
come a tutti mi è stata inflitta la divina commedia a scuola,come la maggioranza l’ho odiata.Ho comprato questa edizione perchè cmq è un libro che in casa si DEVE avere.In una sera di crisi di astinenza da libri nuovi(credo che capiti a molti fra noi) ne ho aperto a caso una pagina…e non ho più smesso.Il commento,le note ,le introduzioni di Chiavacci Leonardi mi hanno finalmente convinta ad amare quest’opera unica.Un solo rammarico:arrivarci con 30 anni di ritardo.Grande gioia:esserci arrivata lo stesso