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La congiura delle ombre

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Titolo: <strong>La congiura delle ombre</strong></br></br>
Autore: <strong>Theodore Roszak</strong></br></br>
Editore: <strong>Rizzoli</strong></br></br>
Pagine: <strong></strong></br></br>
Anno edizione: <strong>2005</strong></br></br>
EAN: <strong>9788817005791</strong></br></br>

<p>Los Angeles, primi anni Settanta: Jonathan Gates è un entusiasta frequentatore del Classic, un cineclub underground, e della sua animatrice, che lo inizia alla storia del cinema e ai piaceri del sesso. Al Classic scopre i film dimenticati di Max Castle, un regista tedesco emigrato in America negli anni Venti e poi autore di film horror. Le opere di Castle hanno un fascino sconvolgente, come se trasmettessero, sotto le immagini visibili, un messaggio subliminale violento e perverso, e Jonathan si mette sulle tracce del regista. La congiura delle ombre diventerà presto un film diretto da Darren Aronofsky.</p>
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Romanzo strano, inusuale, grottesco, contorto e surreale. Tuttavia, secondo me, molto affascinante e piacevole. Non si è abituati a leggere storie del genere. Si discosta totalmente dai romanzi di maniera e si ritaglia un suo genere particolare. Vorrei leggerne di più di libri così. Consigliato ai curiosi.

Grandissima erudizione cinematografica, ma boiata pazzesca quanto a scrittura e trama: tutto prevedibile, incongruo e sciatto (sulla sciattezza dl linguaggio non saprei però se accusare l’autore o chi ha curato la traduzione). I personaggi sono sgrossati con l’accetta e non c’è mai un guizzo inventivo. Unico dato positivo: mi ha fatto venire una gran voglia di vedere (o rivedere) alcuni film fondamentali.

Un libro veramente particolare e diverso dagli altri. L’inizio sembra una full immersion nella critica cinematografica degli Anni ‘50, poi inizia la dinamica investigativa all’interno delle opere di Max Castle. E’ molto “erudito

Certamente ci vuole una buona dose di coraggio per affrontare questo testo, che forse non meriterebbe di per sè un voto così alto ma vorrei sottolineare il lungo, lunghissimo lavoro di ricerca e studio che di certo ha richiesto questo libro: una sterminata ricerca sul cinema degli anni ‘30, ‘40, ‘50, e soprattutto su alcuni autori di culto. Certo: quando il libro scivola sul thriller diventa un po’ dozzinale e scontato, manca di ritmo e di colpi di scena, e quei pochi risultano un tantino scontati. Forse un po’ prolisso, ma sempre scorrevole. Ricorda per certi versi alcuni romanzi di Eco, su tutti “Il pendolo di Foucalt

Idea davvero carina e originale, ma sprecata a causa di uno svolgimento pedante, prolisso, poco avvincente, senza nerbo. Un libro infinito, che potrebbe essere tranquillamente riassunto in duecento pagine.