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L' istruttoria. Oratorio in undici canti

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Titolo: <strong>L' istruttoria. Oratorio in undici canti</strong></br></br>
Autore: <strong>Peter Weiss</strong></br></br>
Editore: <strong>Einaudi</strong></br></br>
Pagine: <strong></strong></br></br>
Anno edizione: <strong>1967</strong></br></br>
EAN: <strong>9788806074432</strong></br></br>

<p>L'inferno del maggiore Lager, del Lager per antonomasia è disegnato nella sua estensione e profondità, le sue istallazioni descritte con rigore catastale, l'iter del detenuto minuziosamente tracciato, dalla sosta sulla banchina ferroviaria al forno crematorio. Ma il passato è solo una delle dimensioni dell'oratorio di Weiss: l'altra, meno avvertibile per la sua stessa mobilità e ambiguità, è quella del presente, del modo in cui quel passato è rivissuto, atteggiato. All'evocazione dei fatti compiuta dagli scampati, corrispondono le interpretazioni, le prese di posizione degli imputati e di molti «testimoni», che depongono a piede libero. Questo aspetto dell'Istruttoria, se anche meno emozionante, ha una forza di rivelazione, anzi di denuncia, stupefacente".</p>
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Questa pagina contiene informazioni ricavate automaticamente dalle voci di opere teatrali con l'ausilio del Template:Dramma, delle categorie correlate e di un bot.<br/>29 maggio -217. La notizia del giorno. A Cannes palma d’oro al film “The Square”. La palma d’oro del 70° Festival di Cannes è andata al provocatorio film <br/>I primi mille anni del Cristianesimo fecero praticamente a meno del diavolo. Vi era un qualche interesse per questa figura da parte di teologi e moralisti ma niente 
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Nulla da dire sul contenuto dell’ Opera che, pare, sia tratto dai verbali d’ udienza, e pare, integralmente. Tuttavia il testo resta noioso, poiche’ noiose sono per definizione le sceneggiature e i copioni. Specie quelli teatrali. Una volta lessi “ Bellissima ” di Visconti, con tutte le posizioni della macchina da presa in corsivo tra i dialoghi dei personaggi, una tortura eppure il film e’ tra i miei preferiti del regista. Una mia amica e un libraio, mio nuovo amico, hanno letto alcuni passi dell’ Istruttoria a dei ragazzi delle scuole elementari piece alla quale ero presente, e… il testo funziona, vive, respira. Sulla carta, muore e dell’ assenza della voce umana, come direbbe Cocteau, e per l’ inutilita’ del testo in assenza di qualcuno che lo rianimi dandogli un’ anima. Ma c’e’ da dire. Il mio giudizio e’ rigorosamente estetico e funzionale solo e soltanto all’ l’ efficacia sul mio sentire, chiunque volesse da cio’ trarre altre conclusioni od opinioni e’ diffidato dall’ averne poiche, ribadisco, non trovo nulla nel testo che non sia degno di essere scritto e pubblicato ma questa, come dice Luccarelli, e’ un’ altra storia.

Beh, che dire a proposito di quest’opera così diretta e reale… Giusta la scelta del genere per garantire queste due componenti poste alla base di tutta l’opera.L’oratorio, appunto, permette una grande neutralità e distacco della visione dell’autore che sarebbe apparso, viceversa, troppo coinvolto, dal momento che egli fu uno degli scampati ai Lager nazisti, in quanto di origine ebraica. E’ un libro che tutti dovrebbero conoscere, anche perchè molto semplice e scorrevole, oltre che di grande aiuto per capire ciò che realmente accadde nel Lager per antonomasia. Purtroppo però, non solo in Italia, ma anche nella stessa cittadina in cui nacque Weiss (Babelsberg, in Germania) non conoscono nè lui nè la sua opera…Probabilmente i tedeschi tendono a dimenticare, per vergogna,non solo le azioni da loro commesse,ma anche le persone,che come Weiss,invece, hanno deciso di non lasciare nell’ombra le atrocità che quella povera gente fu costretta a subire. Volevo inoltre aggiungere che quest’opera è l’oggetto della mia tesi.

leggere l’Istruttoria non è stato semplice perchè la prosa così asettica e raggelante dell’opera, ti poneva davanti calvari personali e spunti per riflettere costanti.Alla fine della lettura , ti rimane dentro l’eco di un grande Dolore e un interrogativo: perchè? In fondo è proprio vero “ che il lager rimane dentro di noi”. Consiglio la lettura a tutti, specialmente a chi vuole conoscere e vuole cercare di capire che cosa sia effettivamente successo nell’Europa degli anni ‘40.

E’ importante ricordare che L’Istruttoria, Oratorio in undici canti, uno dei testi più belli e raggelanti su Auschwitz, è stato scritto da Peter Weiss sulla base delle note che lui stesso prese nel corso delle sedute del processo tenutosi a Francoforte tra il 20 dicembre 1963 e il 20 agosto 1965 contro un gruppo di SS e di funzionari del lager. Un giudice, un difensore, un procuratore, diciotto accusati e nove testimoni anonimi raccontano in undici canti che descrivono tutto il cammino di sofferenza dei deportati, dalla discesa dai treni sulla banchina fino alla distruzione dei loro corpi nei forni, le verità pronunciate nell’aula di quel tribunale nel corso di 183 giornate da 409 testimoni, 248 dei quali scelti tra i 1500 sopravvissuti ai lager. Un’opera perfetta eppure forse ancora troppo poco conosciuta.