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L' irreversibilità dell'uovo sodo

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Titolo: <strong>L' irreversibilità dell'uovo sodo</strong></br></br>
Autore: <strong>Dario Pontuale</strong></br></br>
Editore: <strong>Gruppo Albatros Il Filo</strong></br></br>
Pagine: <strong></strong></br></br>
Anno edizione: <strong>2009</strong></br></br>
EAN: <strong>9788856715675</strong></br></br>

<p>Gabriele Grodo è l'unico socio rimasto dell'agenzia di investigazioni Grodo&Luccherini. Senza passione né estro, arranca tra conti da pagare e clienti che non pagano. Finché un giorno viene contattato da un appassionato di scacchi che gli affida uno strano compito: comunicare all'imbattuto campione di scacchi Alfred Molling di aver perso una partita, condotta tramite posta e durata oltre dieci anni. Ha così inizio un viaggio intenso e stravagante, che porterà Gabriele nel "cuore di tenebra" della sua stessa esistenza. Non è possibile, ci dice Dario Pontuale, che l'uovo, una volta divenuto sodo, torni liquido. Ma la vita di un uomo? Almeno quella è reversibile? È sempre possibile che sia toccata dal dono del senso e della consapevolezza?</p>
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Ogni giorno si va a guardare e spesso si deve aggiungere l’acqua che si è asciugata, ma nessuno si chiede perché l’acqua non ci sia più.<br/>Il deserto dei Tartari è un romanzo di Dino Buzzati. Pubblicato nel 1940, segnò la consacrazione di Buzzati tra i grandi scrittori del Novecento italiano.<br/>L’osteoporosi è una malattia caratterizzata da un basso contenuto di calcio nelle ossa, da una progressiva fragilità scheletrica e conseguentemente da una <br/>Contrazione involontaria dei muscoli costrittori della vagina, che invece di rilassarsi, nella fase di eccitazione sessuale, si contraggono rendendo così dolorosa o 
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Questo libro è stata una piacevolissima scoperta. Il tema del viaggio alla ricerca del sè si propone al lettore con grazia e delicatezza, quasi sottovoce, nascosto tra la commedia, l’avventura, il giallo. Il protagonista, Gabriele Grodo, è un personaggio talmente vivo da sembrare un amico di vecchia data: impossibile non riconoscersi nella sua vita tranquilla, nelle sue aspettative normali, nelle sue considerazioni disilluse, perfino nei locali che frequenta e negli amici che si ritrova. Senza paternalismi nè pomposità, accompagnati dalla cinica e scanzonata ironia di Pontuale, la riscoperta della propria Itaca diventa un viaggio da non perdere.

Quando leggo un libro e i personaggi restano a farmi compagnia, entrano in casa mia ho la certezza che sia un buon lavoro! Questo è quello che è avvenuto con il libro di Dario Pontuale e ne sono veramente contenta! La storia è originale e avvincente, “il viaggio” entra dentro come una piccola scavatrice e il contatto con i personaggi è fisico. Percepisci le loro emozioni facendole proprie. Inoltre chi ha avuto il piacere di leggerlo si addentra nel mondo degli scacchi e arriva a conoscere un mondo nuovo, costellato di passione! Il titolo è insolito, accattivante e simpatico… e rende l’idea della personalità profonda e fresca dello scrittore. Ancora una volta leggere libri “alternativi

“L’irreversibilità dell’uovo sodo” di Dario Pontuale è una piacevole lettura che consiglio a tutti! Parla della meravigliosa storia di un individuo scialbo, piatto..liquido che cresce, riflette, comprende, impara a vedere il mondo da altre e nuove prospettive grazie agli incontri che fa lungo il suo tortuoso e misterioso percorso. Il romanzo di Pontuale è una summa di parecchi generi letterari: dal giallo alla storia di formazione, dal racconto picaresco a quello surreale. Pontuale non si fa e non ci fa mancare niente, neanche la tecnica del libro nel libro.Infatti il suo protagonista va leggendo Cuore di tenebra di Conrad e, come Marlow, penetra, ma con più leggerezza, nella giungla congolese dei nostri mondi interiori. Da non perdere!!!

Mi sono avvicinato con piacere a questo scrittore grazie al primo libro “La biblioteca delle idee morte”.Il nuovo, “l’irreversibilità dell’uovo sodo

Romanzo profondo e stringente dal titolo in poi! Estremamente piacevole, il racconto del viaggio compiuto dal protagonista Gabriele Grodo, assume da subito il carattere di una lunga e ben congegnata disquisizione filosofica. L’Autore, Dario Pontuale, parte dal concetto dell’”irreversibilità dell’uovo sodo”, immagine simbolica dell’essere umano che,ad un certo punto della propria vita, si vede cristallizzato nel proprio vissuto, mentre trascina la propria esistenza in una morsa immutabile e statica, celata da un’ immagine esteriore alla quale affida la reiterazione della propria esistenza e l’incombenza del vivere sociale. L’Autore ambienta il romanzo in Patagonia, terra estrema e sconfinata che aiuta Grodo a disfarsi delle sovrastrutture convenzionali e a riscrivere l’incipit del suo nuovo sè, capace di contrastare le leggi della fisica e di liquefare l’interiorità rappresa del protagonista. Dario descrive questo viaggio facendoci incontrare “per caso ma non a caso” personaggi tanto unici quanto complementari, talmente pregni della loro umanità da apparire surreali, che, oltre ad accompagnare il protagonista nella sua esperienza di viaggio, gli (ci) indicano, tappa dopo tappa, un percorso di crescita interiore: Eneas coi suoi incipit mandati a memoria, il Mimo con “la valigia stanca ma stracolma di fede”, Erastos, il “ritrattista della parola” che dedica al protagonista le strofe di Itaca del poeta Kavafis per fargli comprendere che il fine del viaggio non è la meta ma il viaggio stesso. E Neto, preda del male di vivere, pronto a scappare dagli affetti, dai ricordi, da tutto ciò che è importante per non soffrire. L’ultimo gesto di Grodo, la sua compassione per l’amico Arduini, la determinazione nel non voler agire come avrebbe fatto il suo vecchio se stesso, gli riconosce la consapevolezza di essere finalmente artefice della sua attualità, come risultato di un passato ormai “sodo” , ma scaturigine di ricerca della sua unicità come parte di un tutto. Molto bello e stimolante!