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L' azione culturale della biblioteca pubblica. Ruolo sociale, progettualità, buone pratiche

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Titolo: <strong>L' azione culturale della biblioteca pubblica. Ruolo sociale, progettualità, buone pratiche</strong></br></br>
Autore: <strong>Cecilia Cognigni</strong></br></br>
Editore: <strong>Editrice Bibliografica</strong></br></br>
Pagine: <strong></strong></br></br>
Anno edizione: <strong>2014</strong></br></br>
EAN: <strong>9788870757859</strong></br></br>

<p>L'azione culturale delle biblioteche pubbliche si è ampliata, rivolgendosi all'ambito della formazione permanente e, più in generale, all'organizzazione di attività culturali, in collaborazione con l'associazionismo e altri enti e istituzioni del territorio. Il ruolo delle biblioteche per questo può arricchirsi di contenuti andando oltre i più tradizionali servizi di prestito e informazione, offrendo loro nuove opportunità, rafforzandone l'efficacia e dando corpo ad una sinergia che potenzia l'impatto sociale del servizio bibliotecario. Si tratta di un completamento della funzione della biblioteca pubblica, in piena sintonia con quanto indicato nel Manifesto IFLA/Unesco e attuato in molte biblioteche di tutto il mondo. Questo libro intende illustrarne i presupposti teorici e i percorsi operativi, anche attraverso l'analisi di esperienze concrete, non tralasciando l'approfondimento degli scenari di riferimento e il dibattito professionale, cercando di trovare un equilibrio e un raccordo fra la funzione sociale della biblioteca e quella della valorizzazione del patrimonio.</p>
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Per necessità di sintesi, mi occuperò soltanto di alcuni elementi di riflessione suscitati da questo testo, che sono inoltre un suo pregio costitutivo e programmatico: - l’azione culturale, per quanto ampia, non può essere un alibi politico per scaricare sulla biblioteca compiti e finalità del welfare state: per questo è cosa buona e giusta che non se ne occupi direttamente la stessa azione è un suo punto di forza e di vitalità e non è un diversivo rispetto agli obiettivi attuali del suo statuto culturale - il tempo libero può essere declinato in molte modalità intelligenti e consapevoli, ma sappiamo che tali modalità competono a svariate agenzie di erogazione, spesso a fini di lucro la biblioteca ha il diritto/dovere di far valere i propri confini/limiti d’azione - infine, il ruolo proattivo della biblioteca quale custode, facilitatore ed editore di contenuti di conoscenza ed informativi rappresenta la sua azione culturale a priori, fondamentale, costitutiva, dalla quale emanano come promettenti corollari gli oggetti dell’azione proposti in questo libro. Nonostante il fatto che questo contributo fornisca una prova tangibile dell’utilità sociale della biblioteca pubblica, che travalica ampiamente l’immagine convenzionale - che la stessa conserva o subisce - di “libreria condivisa” (una sorta di scaffalatura - magazzino sulla quale depositare libri non posseduti ma di pubblico dominio), la biblioteca resterà aperta finché ci saranno fondi pubblici, non perché si sono utilizzati bene. E quest’ultimo naturalmente è il caso, lodevole, della Nostra Autrice. Laddove gli amministratori disinvestano o cancellino la loro biblioteca lo faranno perché sono liberi di farlo, non perché non hanno compreso l’illuminato contributo di Cognigni. Viceversa, dove i fondi sono consolidati, garantiti e costanti nel tempo non è necessaria nessuna giustificazione biblioteconomica per erogare i più tradizionali e conservativi servizi di biblioteca (collezioni, prestiti, ecc.).