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L' ardore

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Titolo: <strong>L' ardore</strong></br></br>
Autore: <strong>Roberto Calasso</strong></br></br>
Editore: <strong>Adelphi</strong></br></br>
Pagine: <strong></strong></br></br>
Anno edizione: <strong>2016</strong></br></br>
EAN: <strong>9788845930966</strong></br></br>

<p><br><b>«È un viaggio scombussolante, vertiginoso, quale pochissimi altri libri possono offrire». - Emmanuel Carrère</b><br><br> È difficile immaginare qualcosa di altrettanto distante dall'oggi quanto ciò che apparve più di tremila anni fa nell'India del Nord sotto il segno del Veda, quel "sapere" che dichiarava di comprendere in sé tutto, dai granelli di sabbia sino ai confini dell'universo. Ancor più che nel tempo, quella distanza si avverte nel modo di vivere ogni gesto, ogni parola, ogni impresa. Gli uomini vedici prestavano una attenzione adamantina alla mente che li reggeva, per loro mai disgiungibile da quell'"ardore" da cui ritenevano si fosse sviluppato il mondo. E, qualsiasi cosa accadesse, acquistava senso solo in rapporto a un invisibile traboccante di presenze divine. Fu un esperimento del pensiero così estremo che sarebbe potuto scomparire senza lasciare traccia, così come gli uomini vedici lasciarono ben poche tracce tangibili del loro passaggio attraverso "la terra dove vaga in libertà l'antilope nera". Eppure quel pensiero - groviglio composto da inni enigmatici, atti rituali, storie di dèi e folgorazioni metafisiche - ha l'indubitabile capacità di illuminare, con una luce radente e diversa da ogni altra, alcuni eventi elementari che appartengono all'esperienza di chiunque, oggi e dappertutto, a cominciare dal puro fatto di essere coscienti.</p>
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AVVISO. L’Amministrazione Comunale di <strong>Ardore</strong>, in collaborazione con l’Associazione “Libera” ed il Progetto “Policoro” della Diocesi di Locri-Gerace, in <br/><strong>ardóre</strong> s. m. [dal lat. ardor -oris, der. di ardēre «ardere»]. – 1. Calore intenso: <strong>l’ardore</strong> della fiamma, del vento caldo  gli <strong>ardore</strong> del solleone, della <br/>Dolomiti batte EA7 Milano 88-64, ora è a un passo dalle finali. Fincantieri, Calenda: ''Troveremo soluzioni condivise'' 31/05/2017. ''Nessuna polemica''<br/>20/05/2017 · <strong>ardore</strong> ‹ar·dó·re› s.m. Calore intenso sprigionato dal sole, dal fuoco o da materia incandescente o in fiamme Arsura, bruciore: l’a. della sete <br/><strong>Ardore</strong> è un comune della Calabria con 5.088 abitanti. Statistiche demografiche, numeri utili, CAP, prefisso e PEC. Info su Scuole, Banche, Annunci, <br/>Benvenuti. Benvenuti nel sito dell'Istituto Comprensivo Statale "E. Terrana" di <strong>Ardore</strong> L'istituto comprende le scuole dell'infanzia, primaria e secondaria di primo <br/>Qualcosa di immensamente remoto dall’oggi apparve più di tremila anni fa nell’India del Nord: il Veda, un «sapere» che comprendeva in sé tutto, dai granelli <br/><strong>ardore</strong>. - In senso proprio, per " calore intenso, violento ", " arsura ", compare in If IX 68 un vento / impetüoso per li avversi ardori, per i " vapori caldi e 
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Mi dispiace ma non posso condividere il commento di Giovanni: 1 stella come se fosse un libretto di un comico di Zelig? Non scherziamo! Il voto non può che essere massimo per la ricerca e la straordinaria documentazione che accompagnano questo libro. A tratti può risultare impegnativo leggere le descrizioni minuziose dei riti, ma proprio la distanza che ci separa da quelle tradizioni ne è la ragione. Calasso ci regala pagine molto belle quando fa parallelismi con l’Occidente (si veda il passaggio sulla condanna a morte di Socrate) o nell’ultimo capitolo quando accenna a due momenti chiave dell’interpretazione del sacrificio: l’ultima cena e la lettura che ne dà Lutero. Ci sarebbero semmai riflessioni filosofiche più profonde da seguire, laddove Calasso si limita alla distinzione (superficiale, in coda a tanta ricerca) di mente analogica e digitale o prende una deviazione verso la sociologia. Tuttavia, se l’intento dell’opera era gettarsi a una distanza massima dalla nostra cultura per coglierne peculiarità e limiti (come si legge nell’ultimo libro), il testo ci riesce perfettamente, offrendo numerosi spunti di riflessione. “L’ardore” mi ha introdotto a un mondo che non conoscevo e che mi incuriosisce, proprio per la volontà di avvicinarmi a prospettive culturali e esistenziali che l’Occidente ha sepolto nel passato, senza poterle però assorbire nel suo Spirito.

Molto probabilmente un libro inutile. Calasso non e’ in grado di rappresentare, se non con molta noia, una civilta’ cosi’ lontana se non filtrandola attraverso le esperienze di testi tradotti da altri o di vaghi e antiquati antropologi francesi. Pregevole la grafica, molte belle immagini, peccato per il contenuto

un’opera complessa sia per il tema affrontato che per le chiavi di lettura. superato il primo scoglio però la difficoltà si tramuta in un viaggio colto e profondo..non per tutti sicuramente, ma solo per alcuni arditi..:-)

Lo sto ancora leggendo ma non riesco a trattenere l’entusiasmo per quest’opera. L’autore, praticando egli stesso l’ardore, ha regalato una luce allo spaesato lettore occidentale rendendo i Veda accessibili e molto più vicini di quanto si potesse immaginare. Affascinante.

Il Satapa-Brâhmana è uno dei libri dei Veda che tratta della ritualistica religiosa induista. L’encomiabile lavoro di Calasso va oltre la divulgazione di una cultura orientale a noi distante, peraltro la più remota eppure ancora viva nei gesti e nella mentalità indiana, perché va esaminando un testo vedico tralasciato dagli studiosi occidentali, abituati a considerare irrilevante tale oggetto di ricerca, forse perché invasi dall’insinuante e radicata liturgia cattolica ormai resasi sterile, ripetitiva quanto altisonante e vacua. L’autore ha il pregio di rendere interessante un libro tra i meno esplorati dal corpus dei Veda, rivelando arcaici rapporti tra dei e uomini, il valore del sacrificio quale indispensabile mediatore per l’equilibrio dell’esistenza e il SOMA, il succo ricavato da erbe che rende immortali gli uomini e che funge da immolante merce di scambio sull’altare sacrificale. Il tratto discorsivo, elegante e scorrevole, riesce a catturare l’attenzione del lettore grazie pure alla comparazione col mondo occidentale, suscitando inevitabili accostamenti alle Vite Parallele di Plutarco. L’ardore che titola il testo, è la forza primordiale che ha dato origine alla vita (il Tapas vedico), il Big-Beng induista che si annida nei recessi della nostra mente. Ed è la mente la vera, unica realtà da esplorare secondo i criteri orientali, il solo modo per avere consapevolezza (Citta) e scoprire, infine, la potenza del Tapas, l’ardore, o quella scintilla divina che noi occidentali abbiamo sepolto sotto un velo di apparenze.