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Il mercato di Dio. La matrice economica di ebraismo, cristianesimo, Islam

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Titolo: <strong>Il mercato di Dio. La matrice economica di ebraismo, cristianesimo, Islam</strong></br></br>
Autore: <strong>Philippe Simonnot</strong></br></br>
Editore: <strong>Fazi</strong></br></br>
Pagine: <strong></strong></br></br>
Anno edizione: <strong>2010</strong></br></br>
EAN: <strong>9788864110455</strong></br></br>

<p>Per la prima volta, i testi fondativi dell'ebraismo, del cristianesimo e dell'Islam vengono riletti da un economista. Una nuova interpretazione arricchita dal ricorso alle più recenti scoperte storiche e archeologiche, che ci permettono di comprendere la costituzione e l'evoluzione dei monoteismi. In effetti, fu un vero e proprio accordo commerciale quello intercorso tra Dio e Abramo, padre fondatore riconosciuto delle tre grandi religioni,' da cui derivò la nascita del concetto di Terra Promessa, ancora oggi terreno di aspre dispute. Con conseguenze paradossali: ogni monoteismo tende alla distruzione della concorrenza sul "mercato" delle religioni, cosa che implica la fede in un dio unico, esclusivo e diverso da quello degli altri. In una parola, un monopolio. Ecco perché, nel corso dei secoli, è stata incoraggiata la riscossione delle decime, delle donazioni, delle offerte: "imposte involontarie" che, nel tempo, hanno foraggiato le spese quotidiane dei ministri del culto (e talvolta anche i loro dispendiosi investimenti). Un meccanismo che funzionava bene proprio in virtù di un'elementare legge economica: è più facile raccogliere oboli per una sola divinità, anziché doverli suddividere fra tanti dèi, come nel paganesimo. E stato così che ogni religione ha cominciato a concepirsi - e ad agire proprio come un monopolio: una volta esclusa la concorrenza, ha aumentato i "prezzi" dei suoi "prodotti", sebbene la qualità dei suoi "servizi" si andasse riducendo.</p>
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Etimologia del termine. La parola italiana libro deriva dal latino liber. Il vocabolo originariamente significava anche "corteccia", ma visto che era un materiale <br/>pontificio consiglio della cultura pontificio consiglio per il dialogo interreligioso. gesÙ cristo portatore dell'acqua viva. una riflessione cristiana<br/><strong>islam</strong> La grande religione monoteistica fondata in Arabia nel 7° sec. da Maometto e, collettivamente, il sistema sociale, culturale e politico che ne assume i principi.<br/>Questo sito utilizza cookie di terze parti per inviarti pubblicità in linea con le tue preferenze. Se vuoi saperne di più clicca QUI Chiudendo questo banner <br/>ma dove sono i filosofi italiani oggi?! poco coraggiosi a servirsi della propria intelligenza e a pensare bene "<strong>dio</strong>", "io" e "l’italia", chi piu’ chi meno, tutti <br/>INDICE. PREFAZIONE - Dimenticare <strong>Dio</strong> PARTE I - Introduzione e Precisazioni Necessarie PARTE II - I Miti e le Credenze Storiche PARTE III - Il Mito di Gesù: <br/>Occorre però tenere nel debito conto che le attuali religioni, in generale, ed il <strong>cristianesimo</strong> in particolare, sono istituzioni ancora troppo radicate e ricche per <br/>1. Premessa. 2. La magia come scienza del modificare la realtà. 3. L a magia come scienza del cambiamento di noi stessi. 4. la magia come scienza della natura e dell <br/>ORIGINI DELLE SUPERSTIZIONI (a cura di Bruno Silvestrini) Ancora oggi la superstizione e il timore di venir colpiti dalla sfortuna fanno si che molte persone evitino <br/>Al termine dell’ultimo Blog su “Il dialogo col mondo moderno da Paolo VI a Papa Francesco”, promettevo di pubblicare l’esperienza di un missionario sul campo.
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Il legame tra economia e religione si è tradotto spesso in rapporto di subordinazione della seconda alla prima, come nel paradigma marxiano, oppure in una derivazione, come quella dell’economia capitalistica dall’etica protestante, secondo il paradigma weberiano. L’analisi che, invece, in queste pagine viene condotta va ben oltre il semplice rapporto di dipendenza e subordinazione e vede le religioni come complessi teorici e morali suscettibili di analisi economica. Si tratta di una prospettiva che ha avuto già grande successo oltreoceano con la teoria dell’economia della religione e le pubblicazioni, velatamente apologetiche, di Rodney Stark e che Simonnot conduce autonomamente sulla scorta di una bibliografia grossomodo francese. L’operazione risulta assolutamente interessante, non solo perché contribuisce a rigettare il presupposto della secolarizzazione, affermato tanto da Marx quanto da Weber e oggi largamente rigettato, ma soprattutto perché consente di operare un lavoro euristico in relazione alla sociologia delle religioni per scoprire il meccanismo sotteso ai movimenti religiosi che risultano vittoriosi all’interno di un contesto pluralistico, come quello che oggi ci troviamo a vivere. L’analisi dell’ebraismo, del cristianesimo e dell’islam alla luce delle nozioni di monopolio, concorrenza, patrimonio, effetto rete, natura e appetibilità dei beni, non solo può essere estesa anche ad altri complessi religiosi in relazione agli Stati in cui si sono manifestate, ma può aiutarci anche a gettare uno sguardo al futuro del vasto panorama religioso contemporaneo.