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I quaranta giorni del Mussa Dagh

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Titolo: <strong>I quaranta giorni del Mussa Dagh</strong></br></br>
Autore: <strong>Franz Werfel</strong></br></br>
Editore: <strong>Corbaccio</strong></br></br>
Pagine: <strong></strong></br></br>
Anno edizione: <strong>2013</strong></br></br>
EAN: <strong>9788863801743</strong></br></br>

<p>Il romanzo narra epicamente il tragico destino di una minoranza etnica odiata e perseguitata per la sua antichissima civiltà cristiana, in eterno contrasto con i turchi e con il grande impero ottomano. Verso la fine del luglio 1915 circa cinquemila armeni perseguitati dai turchi si rifugiarono sul massiccio del Mussa Dagh, a nord della baia di Antiochia. Fino ai primi di settembre riuscirono a tenere testa agli aggressori ma poi, cominciando a scarseggiare gli approvvigionamenti e le munizioni, sarebbero sicuramente stati sconfitti se non fossero riusciti a segnalare le loro terribili condizioni a un incrociatore francese. Su quel massiccio dove per quaranta giorni vive la popolazione di sette villaggi, in un'improvvisata comunità, si ripete in miniatura la storia dell'umanità, con i suoi eroismi e le sue miserie, con le sue vittorie e le sue sconfitte, ma soprattutto con quell'afflato religioso che permea la vita dell'universo e dà a ogni fenomeno terreno un significato divino che giustifica il male con una lungimirante, suprema ragione di bene. Dentro il poema corale si ritrovano tutti i drammi individuali: ogni personaggio ha la sua storia, ogni racconto genera un racconto. Fra scene di deportazioni, battaglie, incendi e morti, dotate di straordinaria potenza rappresentativa, si compone quest'opera fondamentale dell'epica moderna.</p>
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Franz Werfel <strong>I quaranta giorni del Mussa Dagh</strong>. Un romanzo folgorante che rappresenta la migliore testimonianza dell'olocausto armeno per mano dei turchi <br/>Wikiquote contiene citazioni di o su Franz Werfel  contiene immagini o altri file su   Collegamenti esterni. Bibliografia italiana di Franz Werfel, su Catalogo <br/>Con il termine genocidio armeno, talvolta olocausto degli armeni o massacro degli armeni, si indicano le deportazioni ed eliminazioni di armeni perpetrate dall'Impero <br/>vendita cuccioli di cani toy di razza, cani di tutti i tipi, cuccioli di razza con certificazione, allevamento di tutti i tipi di cani su di una vasta area dove i 
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con piacere l’ho letto e finito, lungo ma molto scorrevole, anche per la traduzione datata mi ha ricordato alcuni romanzi dell’ottocento, pieno di dettagli, ordinato e lineare. se si ignora la storia di questa sacca di resistenza, consiglio di non andare a documentarsi prima di aver finito il libro, come ho fatto io. è un episodio del vergognoso genocidio armeno, tornato d’attualità l’anno scorso, grazie al centenario. inquietante che tutto ciò si svolga vicino ad Aleppo. mi sento di consigliarlo a chi ama le storie ben raccontate o ha interesse alla storia, intesa come materia. sarebbe un libro da far leggere e conoscere alle giovani leve, l’olocausto ebraico e il nazismo hanno oscurato tutte le altre tragedie “minori” relativamente recenti.

Che dire? Perfetto! Mi ha ricordato Tolstoi, Solgenitsyn e Bukovskjy, con quella incredibile capacità di descrivere le cose più atroci ed i pensieri più nascosti con una levità che scaturisce da una profonda conoscenza. Ci ho messo un po’ a leggerlo (sono quasi mille pagine), ma me lo sono goduto pagina per pagina.

Un lettore si lamenta che non ci siano recensioni su questo libro. Aggiungo la mia: Conosco il libro da più di 60 anni, dopo aver letto Bernadette dello stesso Autore. Bene il libro mi ha sconvolto. tralascio il giudizio letterario su Werfel, ché la mia modesta preparazione definisce un Grande. Il libro è sempre davanti a me, mi ripropongo di rileggerlo, ma non ho il coraggio di ridisegnare le atrocità messe in opera, in nome di un “laicismo” che non ha radici morali, né religiose. Raccomando il libro a chi non lo conosce, per un’idea sulla bontà, da un lato, e sulla cattiveria umana sul lato opposto.

Bellissimo. Si viene trasportati sul Mussa Dagh: lo si vorrebbe visitare, vedere, conoscere, parlare con chi c’era. Ci si immagina lassu’, ci si chiede “cosa avrei fatto io? A quale compito sarei stato/a destinata?”. Un frammento di Storia che bisogna conoscere. Massimo voto.

ma come, nemmeno una recensione? questo è un puro capolavoro, sia dal punto di vista storico, sia dal punto di vista narrativo. I personaggi sono peculiari e umani come solo un grande psicologo avrebbe saputo descriverli: ogni sentimento e movimento dell’animo sono sviscerati, senza enfasi, ma con grande obbiettività. Sono personaggi “universali”. Un grande autore, che racconta nei minimi particolari un avvenimento terribile a cui poi si ispirò il nazismo, con il genocidio degli ebrei.