Questa è la mia visione di un Angelo non una figura armata di spada e sanguinaria, ma un essere gentile, amorevole, materno e inoffensivo, comunque in grado di reprimere la sua sofferenza con la determinazione e il coraggio di una donna. La sua concezione della morte è la fine delle sue certezze: la conclusione di un'esistenza falsamente eterna che sprofonda nel baratro dell'ignoto, completamente opposta alle nostre "convinzioni". Infatti, mentre noi riteniamo essere quasi certi di un'esistenza futura in un altro luogo, per delle figure sue pari, rappresenta la fine di tutto. Nel complesso di tutti i rituali religiosi s'inneggia a una salvezza delle nostre anime e alla vita eterna, ma ci siamo mai domandati come può essere percepita la morte per un Angelo se non per Dio in persona? Che cosa penserebbe un'Entità ultraterrena se improvvisamente fosse consapevole che la Sua esistenza, che riteneva eterna, sia in realtà giunta al termine? Per qualunque devoto, un simile concetto è blasfemo ma allora com'è può essere percepito il trapasso dal punto di vista Divino? Perché abbiamo tanta paura della morte e per quali motivi,soffriamo la perdita dei nostri cari? La religione non ci insegna che la morte non esiste?