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Confessioni di una aspirante madre

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Titolo: <strong>Confessioni di una aspirante madre</strong></br></br>
Autore: <strong>Lisa Corva</strong></br></br>
Editore: <strong>Sonzogno</strong></br></br>
Pagine: <strong></strong></br></br>
Anno edizione: <strong>2005</strong></br></br>
EAN: <strong>9788845412646</strong></br></br>

<p>Tutta colpa della cicogna. Se la cicogna avesse fatto il suo dovere, Emma sarebbe una donna felice. E non un'Aspirante Madre. Invece eccola qui, dalla parte sbagliata dei 35, con una terrazza piena di rose e un amorevole Consorte... Cosa manca? È ovvio, un bambino. Che, ostinatamente, non arriva. Così Emma guarda di nascosto le vetrine prémaman, passa ore nelle sale d'aspetto dei centri fertilità, compila una lista di Mamme Tardive Over 40, passa il suo sguardo scanner su tutte le donne che incontra. Ed è dura, la vita di un'Aspirante Madre. Anche perché, come spesso accade, le amiche di Emma, pronte ad accompagnarla a un sushi consolatorio nel momenti di grande disperazione, hanno però altri problemi...</p>
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In questa sezione si postano le proprie <strong>confessioni</strong>. Si presume che la confessione sia un fatto realmente accaduto, se non rientra in questa categoria, inseritela <br/>Articoli da leggere. Fabio e Laura: Ieri sera, ho invitato a cena il nostro “bull” Riccardo e mia moglie Laura. Avevo avuto cura di non far indossare a Laura <br/>Porno. Da beautiful video i migliori video porno gratis Sborrate e sperma. Prima la incula  e per finire lo sperma nel culo: Video porno con donne vecchie tettone<br/>L’Unità Vittime Speciali è una squadra d'élite del Dipartimento di Polizia di New York specializzata in crimini di natura sessuale. Il detective Elliot Stabler <br/>Rai - Radiotelevisione Italiana Spa Sede legale: Viale Mazzini, 14 - 00195 Roma Cap. Soc. Euro 242.518.100,00 interamente versato<br/>I racconti, le storie erotiche, sono di proprieta' dell'autore che ne detiene i diritti, ogni uso diverso da quello personale viola le leggi sul diritto d'autore.<br/>È estate, Marina è in montagna con il figlio piccolo, sola di fronte alla propria incapacità di essere la brava <strong>madre</strong> che dovrebbe e vorrebbe essere.<br/><strong>Confessioni di una aspirante madre</strong>. Cosa fare quando un figlio non arriva? Cosa fare quando tutte le amiche, l'una dopo l'altra come per epidemia, rimangono incinte <br/>1  10 regole per fare innamorare  100 metri dal Paradiso  127 Ore  17 ragazze  2  21 Jump Street  22 Jump Street  3  300 - L'alba di un impero  4  40 carati  5  50 e 50
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Il libro è centrato sul tema importantissimo della ricerca della maternità. Si intuisce chiaramente il carattere autobiografico, anche se non ufficialmente dichiarato. Purtroppo però l’opera risente del limite strettissimo del’autoreferenzialità. Avete presente quando provate a discutere con una persona che riesce a convogliare ogni qualsivoglia argomento su sé stessa, e per quanto cerchiate di allargare il discorso questa finisce sempre a parlare degli stessi argomenti spiccioli? Ecco la protagonista di questo romanzo! Come incapace di guardare al di là del suo naso, in questo caso del suo ventre. Un’opera come preconfezionata, che non esce dallo stile della rivista femminile, non si apre, non sfonda. Il linguaggio è informale e manca di intensità letteraria, i personaggi poco dimensionali, il finale senza accento e senza grandi storie. Le aspiranti madri forse si sentiranno coinvolte, ma non sembrano realisticamente ritratte.

Un romanzo che tenta macchinosamente di congiungere l’imperante filone chick-lit al tema impegnato - e non ancora abbastanza considerato -dell’infertilità. Il risultato è un’opera che risente di tutti i limiti dell’autobiografia - autocelebrazione, mancanza di autocritica, parzialità di prospettive - senza affrontare profondamente il problema, ma divagando su mondanità varia, cappuccini, tacchi a spillo, aperitivi. La protagonista e le sue amiche risultano un’imitazione sbiadita di Sex & the city il marito è un personaggio ancora meno convincente in un romanzo che è esclusivamente femminile. Nelle convinzioni di Emma e della sua autrice emerge l’idea di maternità come dono immeritato, e l’invidia immediata per ogni nascita e gravidanza. Lo stile leggero come un articoletto patinato risente però di un doppio racconto, dislegato e interrotto fino alla confusione. Per quanto frutto di vissuto autobiografico il romanzo rimane un’opera inconcludente.

IL LIBRO E’ CARINO E DRAMMATICO ALLO STESSO TEMPO. AFFRONTA UN TEMA DELICATO QUELLO DELLA STERILITA’ DI COPPIA E DELLE “TORTURE” A CUI CI SI DEVE SOTTOPPORRE PER CERCARE DI ACCHIAPPARE LA CICOGNA.SOLO CHI LO HA PROVATO O E’ STATO VICINO A CHI SI DISPERA PER UNA COSA TANTO NATURALE PUO’ CAPIRE. OTTIMO.

Un romanzo che già nel titolo identifica il suo target esclusivo: aspiranti madri, nel senso di donne in preda al desiderio ossessivo di maternità. Se non appartenete a questa categoria il romanzo non presenta grandi attrattive, anzi risulta quasi irritante. Vi sono tante futili righe su rossetti, tacchi a spillo, grandi firme, locali alla moda e quant’altro. Ma difatti tutto ruota attorno al martellante onnipresente bisogno di maternità. E regolarmente arrivano le svariate caotiche pagine che nell’intenzione dell’autrice dovrebbero essere coinvolgenti: descrizioni di interminabili esami medici, ardue tecniche di fecondazione assistita e postumi fallimentari. Mentre la protagonista fa finta di vivere nonostante tutto una vita piena. Sconsigliato alle donne per cui diventare madri è un semplice desiderio, non una frustrazione. Il romanzo davvero non offre granché.

E’ la storia di Emma, casalinga telematica alle soglie dei 40 in cerca di un figlio che non arriva. Vive una vita molto benestante, marito medico, gite in barca, aperitivi con le amiche, nella cornice della Milano bene, tra sushi e scarpe alla moda e affronta l’infertilità con l’ostinazione di una donna abituata a soddisfare con facilità i propri desideri: cure ormonali, FIVET ripetute, mentre si arrovella nell’invidia delle donne incinte e dei passeggini. La storia poteva essere l’occasione per trattare un tema così complesso con maggiore profondità di valori, invece scivola via tra una battuta e una chiacchera girando a vuoto intorno all’ossessione della maternità mancata. Autobiografico, probabilmente terapeutico per l’autrice, in secondo piano rispetto ad altri libri che hanno affrontato l’argomento.