Confessioni di una aspirante madre Scarica PDF EPUB
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Un romanzo che tenta macchinosamente di congiungere l’imperante filone chick-lit al tema impegnato - e non ancora abbastanza considerato -dell’infertilità. Il risultato è un’opera che risente di tutti i limiti dell’autobiografia - autocelebrazione, mancanza di autocritica, parzialità di prospettive - senza affrontare profondamente il problema, ma divagando su mondanità varia, cappuccini, tacchi a spillo, aperitivi. La protagonista e le sue amiche risultano un’imitazione sbiadita di Sex & the city il marito è un personaggio ancora meno convincente in un romanzo che è esclusivamente femminile. Nelle convinzioni di Emma e della sua autrice emerge l’idea di maternità come dono immeritato, e l’invidia immediata per ogni nascita e gravidanza. Lo stile leggero come un articoletto patinato risente però di un doppio racconto, dislegato e interrotto fino alla confusione. Per quanto frutto di vissuto autobiografico il romanzo rimane un’opera inconcludente.
IL LIBRO E’ CARINO E DRAMMATICO ALLO STESSO TEMPO. AFFRONTA UN TEMA DELICATO QUELLO DELLA STERILITA’ DI COPPIA E DELLE “TORTURE” A CUI CI SI DEVE SOTTOPPORRE PER CERCARE DI ACCHIAPPARE LA CICOGNA.SOLO CHI LO HA PROVATO O E’ STATO VICINO A CHI SI DISPERA PER UNA COSA TANTO NATURALE PUO’ CAPIRE. OTTIMO.
Un romanzo che già nel titolo identifica il suo target esclusivo: aspiranti madri, nel senso di donne in preda al desiderio ossessivo di maternità. Se non appartenete a questa categoria il romanzo non presenta grandi attrattive, anzi risulta quasi irritante. Vi sono tante futili righe su rossetti, tacchi a spillo, grandi firme, locali alla moda e quant’altro. Ma difatti tutto ruota attorno al martellante onnipresente bisogno di maternità. E regolarmente arrivano le svariate caotiche pagine che nell’intenzione dell’autrice dovrebbero essere coinvolgenti: descrizioni di interminabili esami medici, ardue tecniche di fecondazione assistita e postumi fallimentari. Mentre la protagonista fa finta di vivere nonostante tutto una vita piena. Sconsigliato alle donne per cui diventare madri è un semplice desiderio, non una frustrazione. Il romanzo davvero non offre granché.
E’ la storia di Emma, casalinga telematica alle soglie dei 40 in cerca di un figlio che non arriva. Vive una vita molto benestante, marito medico, gite in barca, aperitivi con le amiche, nella cornice della Milano bene, tra sushi e scarpe alla moda e affronta l’infertilità con l’ostinazione di una donna abituata a soddisfare con facilità i propri desideri: cure ormonali, FIVET ripetute, mentre si arrovella nell’invidia delle donne incinte e dei passeggini. La storia poteva essere l’occasione per trattare un tema così complesso con maggiore profondità di valori, invece scivola via tra una battuta e una chiacchera girando a vuoto intorno all’ossessione della maternità mancata. Autobiografico, probabilmente terapeutico per l’autrice, in secondo piano rispetto ad altri libri che hanno affrontato l’argomento.