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Chi sono io per giudicare? Perché voglio che la Chiesa sia inquieta

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Titolo: <strong>Chi sono io per giudicare? Perché voglio che la Chiesa sia inquieta</strong></br></br>
Autore: <strong>Francesco (Jorge Mario Bergoglio)</strong></br></br>
Editore: <strong>Piemme</strong></br></br>
Pagine: <strong></strong></br></br>
Anno edizione: <strong>2016</strong></br></br>
EAN: <strong>9788856653311</strong></br></br>

<p><br><b>L'umiltà evangelica porta a non puntare il dito contro gli altri per giudicarli, ma a tendere loro la mano per rialzarli, senza mai sentirsi superiori.</b><br><br> Con queste parole papa Francesco apriva il Sinodo sulla famiglia, spalancando prospettive fino a quel momento impensate per le gerarchie ecclesiastiche e invitando a praticare il comandamento esplicito di Gesù: "Non giudicate, per non essere giudicati perché con il giudizio con il quale giudicate sarete giudicati voi e con la misura con la quale misurate sarà misurato anche a voi". Sessualità, unioni omosessuali, contraccezione, coppie di fatto, nuove famiglie, ma anche libertà religiosa, ecologia, finanza, nuove povertà e nuove schiavitù. Sono argomenti spinosi, che mettono a confronto libertà di coscienza e dottrina cristiana. Papa Bergoglio offre la sua lettura inedita, improntata a una visione teologica profondamente riformatrice. È una apertura umana e religiosa, che interessa sempre di più anche i non credenti e che suscita accesi dibattiti dentro e fuori la Chiesa. L'indurimento del cuore giudicante - che il pontefice chiama "sclerocardia" - è conseguenza della chiusura dell'io su se stesso: un io isolato, egoista, ripiegato su tradizioni obsolete che calpestano la dignità delle persone. Occorre che il "cuore di pietra" diventi un "cuore di carne". E, per Francesco, solo le parole del Vangelo che lasceremo cadere, goccia a goccia, nel nostro spirito rigido sapranno renderlo palpitante e compassionevole.</p>
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“Amabilissimo Papa Francesco, non voglio giudicare, desidero solo porre l’attenzione sull’umiliazione provocata dagli stipendi spropositati dei nostri governanti, che in continuazione parlano di riforme , di referendum ma in concreto si fermano, restano immobili di fronte alle quotidiane necessità di chi, a fatica, riesce a sopperire alle necessità che il caro costo della vita impone. Da anni, oramai, i politici vagano nel tentativo di ristabilire equità e giustizia fra i poveri. Ma le tasse aumentano ogni giorno di più. Così pure le spese sanitarie. Ammalarsi è diventato un lusso che solo i ricchi possono permettersi. Invecchiare non è un verbo piacevole per chi possiede poco denaro. La mia vicina di casa (di 86 anni, invalida, con glaucoma ad un occhio) deve continuamente rinunciare a cure mediche, escluse dal sistema sanitario pubblico, dalle quale la sua patologia riuscirebbe a trovare sollievo. E che cosa dire di tutti quei colliri non mutuabili di cui da sola deve sostenere il relativo costo (elevatissimo), pur essendole stata riconosciuta un’invalidità del 100 per cento? Amabilissimo, Sommo Pontefice, le criticità sono tantissime anche per i più giovani che si devono immettere nel mondo del lavoro. E’ giunta l’ora di aiutare anche loro. No, non si tratta di volere giudicare. Si tratta di osservare situazioni concrete. Come può accadere che la Chiesa voluta da Cristo possieda addirittura uno stato, una Banca, appartamenti lussuosissimi, un esercito? … “Gesù entrò nel tempio e scacciò tutti quelli che vi trovò a comprare e a vendere rovesciò i tavoli dei cambiavalute e le sedie dei venditori di colombe e disse loro: -La Scrittura dice:La mia casa sarà chiamata casa di preghiera, ma voi ne fate una spelonca di ladri-“. Chissà se la vera Chiesa, quella voluta da Cristo, è esistita veramente … forse solo per circa quarant’ anni? La ricchezza , la sete di potere ha raggiunto da secoli anche la sede di Pietro, successore di Cristo.