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Casa di bambola

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Titolo: <strong>Casa di bambola</strong></br></br>
Autore: <strong>Henrik Ibsen</strong></br></br>
Editore: <strong>Einaudi</strong></br></br>
Pagine: <strong></strong></br></br>
Anno edizione: <strong>1972</strong></br></br>
EAN: <strong>9788806068585</strong></br></br>

<p>Per curare il marito, Nora in passato si è indebitata con un certo Krogstad. Per anni ha lavorato per pagare il debito, senza riuscire a liberarsene. Krogstad, che lavora nella banca di cui il marito di Nora è direttore, ricatta la donna perché gli ottenga una promozione. Quando il marito, che per altri motivi lo vorrebbe licenziare, viene a sapere tutto, si preoccupa solo della sua reputazione e rimprovera aspramente la moglie. La meschinità dell'uomo porta Nora a decidere di allontanarsi, per riflettere da sola su se stessa.</p>
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Una sofferta presa di coscienza che finalmente libera da meschinità e sotterfugi la spaccatura dentro se stessi, nel proprio dentro spogliato dai veli del taciuto, finalmente affiora come un verdetto chiaro a imprimere un nuovo indirizzo. Il seme del femminile in Ibsen trova terreni sempre più ricchi, varianti tragiche o futili, espedienti e trovate dove il vasto che la donna incarna è davvero attraversato nelle sue molteplici completezze. La menzogna in questo caso apre alla distanza i cassetti del vero, lasciando che Nora legga dentro le sue carenze come in una luce che di colpo annulla ogni manfrina. Da qui la sua fuga, figlia di una colpa scusabile, ma dirompente e lieta come una scossa che sconvolge ogni agire. Convenzione e obbedienza sociale fanno da contrappunto a queste voci di rivolta la finzione calma e addormenta, la verità scardina l’equilibrio, spesso tessuto con aghi di mendacia, dato che “in ogni felicità c’è uno sfondo d’ombra”. Dunque una gaiezza apparente, il sorriso che non colma l’amore, ma si limita solo a tenerlo sveglio come in una tiepida nenia a salvare una relazione. Nora scappa capendo tutto non è la moglie-bambola vuota e ossequiosa che accetta i dettami del marito senza battere ciglio, ma la donna rinata che fruga nel suo fardello la chiave del ripartire e, trovandola, abbandona la vecchia vita.

Non mi ha entusiasmato anche se mi ha fatto piacere leggerlo.

Un’ottima opera teatrale! Non è affatto vero che i nordici scrivono male, o sono noiosi! Leggete Ibsen e crederete tutto il contrario, primo erpchè questa è un’opera teatrale spassosa in secondo luogo perchè è assolutamente interessante! Un punto di vista protofemminista che ai tempi di Ibsen ha sconvolto la società! Ci credo!

la scena si apre con la stessa protagonista, Nora, “una donna non ancora diventata donna