Bestie da vittoria Scarica PDF EPUB
|
Libro autobiografico che fa luce su uno degli sport a cui più facilmente si associa la parola Doping. Un libro a mio avviso sincero, scritto senza peli sulla lingua da un corridore che ha capito di aver sbagliato. Ammetto la mia ignoranza in tema ciclismo ma il libro è scivolato via velocemente, anche grazie alle spiegazione date atte a spiegare termini e momenti anche ai non addetti.
Finalmente un ciclista professionista ha il coraggio di dire ciò che da sempre si sa: il doping nel ciclismo è una componente dell’ allenamento. Gli organizzatori si vantano di costruire gare sempre più lunghe, difficili, con salite sempre più dure e numerose gli spettatori godono nel veder far fatica gli atleti,nel verificare medie sempre più alte, nel veder rischiare la vita in discese pericolose che chiamano tecniche e tutti fanno finta di non sapere che le prestazioni al limite richiedono per la vittoria l’ aiuto farmaceutico. Da quando esiste il doping non esistono corridori dopati o non dopati ma solo corridori “trovati positivi” e corridori “non trovati positivi” perchè nel mondo del professionismo conta e anche molto l’ ambiente in cui si sta e la squadra che ti da la licenza per correre l’ influenza degli sponsor è sempre determinante più soldi muovono e più l’ ambiente ti da protezione non devi essere un ribelle, devi chinare la testa e obbedire per poter fare determinate azioni, altrimenti sei da sacrificare come esempio e giustificazione degli investimenti sull’ antidoping.
Meglio tardi che mai. Ma i soldi vinti grazie al doping, li restituisce?
Il manuale del piccolo chimico che prende corpo e vita in questi giorni solo e soltanto per una “forse”azzeccata operazione commerciale che scredita quello che ho ritenuto a lungo un corridore, atleta istrione e imprevedibile, uno tra quelli capace di regalare ancora emozioni.Non pensate a niente di eclatante, è un’autobiografia che fa leva sulla “merda” in vena, tanto per scioccare le coscienze più deboli ma non crea cataclismi incontrollabili.Una cosa è sbagliata, parlare già nei primi capitoli del “TUTTI LO FANNO” come se questa dovesse essere l’unica giustificazione di un comportamento meschino che indirizza inevitabilmente verso il successo.Il racconto di una carriera costruita sui trionfi e i piazzamenti,la favola di un bambino che desiderava una bicicletta color oro e su quella bici ha mostrato forza e carattere, la crescita sportiva di un ragazzino, poi ragazzo e uomo un viaggio che si snoda tra tappe e classiche.Assuefatti, incoscienti, folli personaggi che buttan giù qualsiasi cosa anche ritrovati veterinari per BESTIE DA VITTORIA,pur di ottenere risultati.E’un libro d’interrogatori e d’interrogativi,di Procure e inibizioni, di soddisfazioni dentro un contagocce e di delusioni,troppe.E’ un racconto della bella vita o forse solo dolce che a un certo punto diventa più amara delle medicine.E’ soprattutto la ricerca affannosa di una resurrezione in un mondo di morti dal quale non c’è possibilità di fuggire.Debiti,fallimenti umani ed economici, scappatoie per niente agevoli,domande che piombano giù a cascata, poste da chi scalza e vuol sapere cosa nasconde un uomo dietro il banco degli imputati.TRADIMENTI,troppi,costruiti,studiati a tavolino,verso chi si è prodigato per dare ancora una possibilità,forse l’ultima o magari in cuor suo sperava fosse la prima di altre mille,ma in questo modo fatto di vento in faccia,“specorate”traguardi ambiti e mai raggiunti o arrivi sognati e conquistati c’è ampio spazio per la GENTE DI CUORE quella che ha fiducia nella speranza.